giovedì 30 giugno 2011

Google: plus ultra

Benedetto XVI, dopo la perfomance su Twitter con cui ha lanciato un sito grazie al tocco di un dito divino su di un tablet (trasformandosi automaticamente in BeneTwitter), ha deciso di spaziare sulle altre reti sociali: voci di corridoio (vaticano) danno quasi per sicuro che sarà il testimonial mondiale del "battesimo" del nuovo social nework che farà tremare tutti i suoi rivali: Google+.
NooBenedetto in modo RTFM
«Mi hanno detto che Google è onnisciente, un po' come il mio capo», avrebbe detto mentre giocava con i vari widget.
«Per lanciare la nuova rete sociale di Big G avevamo bisogno di qualcosa di celestiale: il dogma dell'infallibilità papale convincerà molti credenti, pardon utenti, che il nostro social network è quello che ci mancava. I nostri motti saranno "Non tutte le relazioni sono uguali" e "Condividere sul web come nella vita reale", ma lo slogan pronunciato dal Papa in un latino impeccabile sarà "Google: plus ultra", visto che si tratterà di un'esperienza che andrà al di là di quanto finora conosciuto (forse Google+ ultra sarà il nome del servizio a pagamento o di un detersivo da lanciare con il marchio di Mountain View): da noi ci saranno cerchie di amici (organizzate secondo la loro importanza), si potranno trovare spunti di riflessione, ci si potrà vedere in videoritrovi (una sorta di chatroulette noiosa). È ovvio che ci sarà di tutto e di più, ma nella nuova salsa minimalista di Google, che non ha alcuna intenzione di conquistare il mondo», afferma orgoglioso Jean Cloud Ordinateur.
Tipica amica da fare in Google+
«Lo scopo di Google è quello di convertirsi nel nuovo dio, come se si trattasse di un anime del Sol Levante con personaggi un bel po' megalomani. Il Papa rientra in questa strategia, consistente nel creare una nuova teologia del mondo di internet. Le relazioni online sono come le relazioni del mondo reale: un bel contenitore (di relazioni), per quanto innovativo, non garantisce che il contenuto (delle stesse) sia vero» spiega l'epistemologo A. Teo Bestemmione.

mercoledì 29 giugno 2011

Le migliori offerte dei saldi

Sabato 2 luglio inizieranno i saldi estivi in tutta Italia e già fioccano le offerte di ogni tipo e per ogni tasca. Chiunque potrà comprare cose realmente utili, che non aveva mai comprato prima solo perché non ne aveva sentito il bisogno secondo l'ottica di una strategia push nell'ambito del marketing emozionale.
Abituati a vendersi e svendersi
«Anche in politica si deve affrontare la crisi al meglio: i prezzi dei politici sono alti, ma ora grazie ai saldi un onorevole vale il 50% meno. Le vendite di politici responsabili si faranno con garanzia di un anno: vendersi e svendersi sarà alla portata di qualsiasi gruppo parlamentare», si può leggere in un comunicato stampa dei Responsabili, «ed in barba al divieto di mandato imperativo ex art. 68 della Costituzione Italiana, anche un gruppo di cittadini qualsiasi potrà comprarsi un bel parlamentare per provare a far passare le leggi più popolari: siamo alla lobby 2.0»
«La Grecia quest'anno va a prezzi stracciati» ci fanno sapere dall'agenzia di viaggi SfruttaTour, specializzata in crociere nei paesi in crisi, «un viaggetto di una settimana costerà pochi euro, ma soprattutto si riceverà in omaggio un pezzo di qualcosa di greco (una società statale, una squadra di pallacanestro, etc.), visto che ormai il patrimonio ellenico può essere comprato da chiunque».
«Le idee negli ultimi tempi hanno perso valore, però con i saldi ne offriamo con il 90% di sconto. Si possono trovare brillanti trovate per futuri programmi televisivi, future telenovele, future competizioni sportive e tutte le altre risorse tipiche per controllare i cervelli delle persone», ci fanno sapere dal think tank ItaliaInSvendita.
«È periodo di saldi anche per la compravendita di domini di internet: conviene comprare subito per solo 1 euro all'anno un dominio come tettetette.it o culiculi.it, visto che con l'avvento della prossima delibera dell'Agcom verranno chiusi molto siti, ed allora tanto vale lanciarsi in una nicchia che rende ed abbandonare i siti internet d'opinione e d'informazione», commenta il Dr. Smanettoni.
«I saldi, in realtà, non esistono, così come non esiste un valore economico reale delle cose. In Italia, come nel resto del mondo, si sfrutterà l'occasione per vendere tante cose di cui nessuno ha veramente bisogno. La felicità non si compra, neanche a prezzo di saldo», conclude il nostro esperto in marketing, Nick Brainstorming, con il suo solito occhiolino.

martedì 28 giugno 2011

Manovra economica per tutti

In questi giorni si è fatto un gran parlare della manovra economica, ma non era ancora venuta a galla la grande idea del ministro Tremonti.
L'offerta scade il 31 giugno 2011
«Pochi giorni fa ero a Palazzo Grazioli, dove c'erano alcuni colleghi di partito, ma anche membri del governo che erano davanti al monitor di un pc», racconta la solita fonte ben informata, riportando le parole di Tremonti, «per comprare online delle prostitute o, in mancanza, delle bambole gonfiabili».
«Cercando delle offerte, si sono imbattuti in uno dei tanti siti di acquisto collettivo o social shopping, in cui si possono ottenere grandissimi sconti su beni e servizi, purché le offerte siano sottoscritte da un determinato numero di utenti: mi si è accesa la lampadina».
«Ho contattato i responsabili di Groupon e Groupalia, i siti più importanti in Italia, per proporre loro un'offerta: comprare la finanziaria».
«I calcoli sono facili: la manovra dovrebbe essere da 47 miliardi di euro, mentre la popolazione italiana è di circa 60 milioni di abitanti, per cui basterà che ogni cittadino italiano compri una quota da 783,33 (periodico) euro per avere i privilegi della grande Offerta Italia».
«Tale offerta dà diritto a costruire 10 metri quadrati abusivi in qualsiasi territorio demaniale (più persone insieme possono costruire, quindi, parcheggi enormi o centri commerciali), ad un bonus di 10 punti della patente ed alla soppressione di un qualsiasi processo penale a carico (indipendentemente dal reato commesso) al sottoscrivere almeno dieci quote».
«In barba alla riforma fiscale, quello che può sembrare un prelievo fiscale una tantum è in realtà un modo per godere dei vantaggi di far parte di un grande paese come l'Italia, in cui la legalità viene reinventata ogni giorno al fine di far quadrare i conti».

lunedì 27 giugno 2011

Dimissioni di moda

Le dimissioni di Vasco Rossi da rockstar hanno causato un effetto collaterale del tutto imprevisto: dimettersi è più in voga che mai. La moda delle dimissioni si sta espandendo a macchia d'olio e sta toccando i più diversi settori del mondo della cultura e dello spettacolo. Basta dare un'occhiata ai seguenti comunicati stampa.
Vasco dimesso dimissionario
«Noi giocatori siamo troppo vecchi, non abbiamo più il fisico per giocare a pallone, però continueremo a giocare per un'altra squadra qualsiasi di Serie A, che voglia tesserarci; l'impegno con le pubblicità e con vari spot tv continuerà anch'esso, visto che si deve pur arrivare alla fine del mese», annuncia il capitano della Juventus a proposito delle dimissioni di tutti i calciatori della Vecchia Signora.
«Siamo troppo vecchie per continuare a confrontarci con le vedette più giovani. Abbiamo già ventun'anni, culi e tetti sono già da considerarsi flaccidi rispetto alle diciottenni o alle altre quasi maggiorenni, però continueremo con la nostra attività, possibilmente facendo stacchetti a Paperissima o in Parlamento», dichiarano in modo solenne le Veline, che preferiscono le dimissioni preventive ad essere cacciate via, se mai Antonio Ricci un giorno dovesse perdere la famosa scommessa con la Rai e La Repubblica.
«Sono troppo vecchio per continuare a fare l'agitatore, ho già smosso fin troppe coscienze, però continuerò con blog, libri e spettacoli che contengono informazioni che non sono alla portata di tutti, visto che i soldi comunque servono», proclama in tono di denuncia in sede di dimissioni il comico, attore, attivista e blogger Beppe Grillo.
«Fibroga è troppo vecchio, mi dimetto da rapper più figo di tutti, però continuerò a dire volgarità, possibilmente a pagamento ed incassando diritti d'autore, se solo qualcuno vorrà ascoltarmi come cantante pop (se lo ha fatto Neffa, lo può fare chiunque). In ogni caso, ho già scritto il pezzo che segnerà le mie dimissioni, si chiamerà Mi dimetto. Senti come fa: "Mi dimetto, lo dico battendomi il pugno sul petto, mi dimetto, l'hip-hop lo faccio solo per dispetto, mi dimetto, e mi aspetto in premio un bel culetto, mi dimetto, continuando a fare la stessa cosa, così tutto è perfetto"» esterna Fabri Fibra, avvisando che le sue dimissioni sono irrevocabili fino a nuovo ordine, così come si fa In Italia.

domenica 26 giugno 2011

Interesse matrimoniale

Le nozze da sogno del ministro Carfagna con l'imprenditore Mezzaroma si sono svolte in una data più o meno identica a quella che ha significato molto per i gay di tutto il mondo (il 25 giugno 2011) grazie all'approvazione del matrimonio omosessuale a New York. Tale coincidenza può essere meglio spiegata dalla professoressa Libera Cazzata, esperta di femminismo, gossip e complotti internazionali.
Mara sposa come un gay Usa
«Mara ha fatto quello che ci si aspettava da lei», ci spiega la Prof. Cazzata, «nella sua veste di ministro delle pari opportunità, cioè promuovere la sacra unione del matrimonio in tutte le salse».
«È ormai evidente che i matrimoni omosessuali saranno il futuro dell'umanità. In tal senso, un provvedimento legislativo di cui si vocifera da pochi giorni nelle aule e nei corridoi del Parlamento italiano: si consentiranno finalmente le nozze gay in Italia, ma gli sposi (o le spose) dovranno essere bruttini e spiantati».
«Visto che i matrimoni gay sono "costituzionalmente sterili, stante l'incapacità di procreare" (così come dichiarava il ministro qualche anno fa), possono essere utilizzati per fare un po' di sana eugenetica: i matrimoni eterosessuali garantirebbero, quindi, il perpetuarsi della specie nella sua migliore versione attraverso incroci tra starlette ed imprenditori, miss e politici, veline e calciatori».
«La partecipazione come testimone di una persona con il doppio dei tuoi anni, che ti ha aiutato a fare carriera in cambio di improbabili favori sessuali, dovrebbe marcare la dicotomia tra i due tipi di matrimoni, senza dimenticare l'esistenza dell'amore "puro" in uno solo dei due».
«La figura del matrimonio d'interessi sarà abolita, subentrando la nozione di interesse matrimoniale: se il proprio partner può garantire solo una vita piena d'insulti omofobi e scevra di soddisfazioni economiche e politiche si propenderà sempre per il matrimonio omosessuale, mentre l'interesse a mantenere o a creare dal nulla un elevato status sociale darà luogo ad un matrimonio eterosessuale tra belli, ricchi e famosi, che avranno una splendida prole».

sabato 25 giugno 2011

Niente di nuovo sulle notizie

La FNSI ha proclamato uno sciopero per lunedì 26 giugno 2011, per cui non usciranno tutti i giornali a tiratura nazionale per un motivo molto semplice che si può evincere dallo scarno comunicato stampa: non uscirà nessun quotidiano perché non c'è nessuna vera notizia.
Si aspettano notizie dal fronte
«Parlare malissimo di Berlusconi», sostiene Zio Mario, direttore del noto La Cosa di Tutti«ormai non fa più notizia, visto che ci sono i gruppi su Facebook che sanno farlo anche piuttosto meglio di noi, me lo hanno detto anche Massimo Giannini ed Eugenio Scalfari».
«La verità è che il giornalismo è sempre stato così, una sensazione di eterno deja vu, ma ciò non vuol dire che le notizie siano sempre le stesse: l'importante è riuscire a dire le cose che vuole sentirsi l'editore, ossia la persona che investe soldi per "fare" notizie», spiega Gaio Sospeso Sallustio, direttore de Il Diario del Padrone.
«Grandi temi politici non possono essere trattati, visto il livello della politica in Italia: parlare, ad esempio, di guerra in relazione alla sua valenza costituzionale è una presa in giro visto che il mondo è pieno di guerre con i nostri militari che vi partecipano», denuncia Concetto di Sinistra, direttore de L'Umiltà.
«Effettivamente un giornale serio come il nostro è stufo di parlare di prostitute, logge più o meno massoniche, droga, criminalità, spazzatura: ai miei giornalisti sembra spesso di scrivere pezzi rap in stile gangsta» assevera Ramuccio De Bossoli, direttore del Corriere della Droga della Sera.
«Noi stiamo pensando comunque di uscire, visto che spesso non pubblichiamo nessuna notizia, limitandoci a gossip, insulti e complotti», afferma Vittoria Pagata, direttore de Libero con la Condizionale.

venerdì 24 giugno 2011

Ci pensa la Madonna

Nel comune di Sandokanammare, una ridente località turistica sul litorale napoletano, si grida già al miracolo. Una piccola madonnina, come se ne vedono tante, sul sagrato della chiesa locale, ha iniziato ad emettere una straordinaria puzza. Si tratta di Maria de' Rifiuti, una vergine che avrebbe dovuto fungere da attrazione turistica per giovani innamorati appena lasciati o per fidanzatini che mai avrebbero voluto affrontare il dramma di una rottura in materia amorosa. L'indotto creato sarebbe stato superiore a quello del ferramenta nei pressi di Ponte Milvio.
Maria de' Rifiuti agli inizi
«In pochi giorni, però, si è convertito in uno dei tanti punti dove venivano lasciati i rifiuti», denuncia Don Limpio (che i fedeli chiamano con affetto Don Zella a causa dell'incipiente calvizia e dei modi piuttosto effemminati).
«L'idea ha sempre avuto l'appoggio totale della diocesi: pensavamo che un'immagine sacra con il potere di consolare tutte le pene d'amore presenti, future o passate, avrebbe risollevato l'economia della parrocchia».
«Purtroppo, l'immondizia la fa da padrona, ma forse avremo un ritorno economico dalle conseguenze dell'accostamento della statuetta di Maria ai sacchetti di spazzatura».
«Sono già venuti gli esperti del Vaticano: anche se l'area circostante e la piccola Maria vengono ripulite e disinfettate, la statua continua a puzzare in modo nauseabondo, sebbene la sua composizione chimica non sia stata alterata dalla presenza dell'immondizia: si può gridare (e si deve gridare, bello forte e chiaro, per attirare prima la stampa e poi i turisti) al miracolo».
«Questa vicenda è piuttosto strana», dichiara il sindaco Monnezza Spa Rita«ma sapremo fronteggiarla: abbiamo già pensato a dei cassonetti appositi per la raccolta differenziata di figure sacre, anche se il problema sarà poi stabilire il metodo più opportuno per riciclare le statuette, visto che ci sono solo due opzioni legali (dovendo escludere per ragioni d'opportunità l'opzione normale, cioè la camorra): termovalorizzatore o magia nera».

giovedì 23 giugno 2011

Un sacchetto per amico

È una storia strappalacrime quella che verrà raccontata oggi dalle pagine di notiziedelfuturo. Ciro (nome di fantasia) è sempre stato un bambino disadattato nella Napoli dei nostri giorni, visto che non nutre nessuna ammirazione per la squadra di calcio di De Laurentis, che non riconosce la divinità di Maradona (ma neanche di Cavani o Lavezzi), che odia i neomelodici, che adora leggere e che pensa che i camorristi non siano persone perbene. Il risultato di tali opinioni è sempre stato scontato: non ha mai avuto amici.
Sacchetti con bambino a Napoli
«Fino a poco tempo fa, ma da poco ho conosciuto Etto, che è subito diventato il mio migliore amico», ci dice con le lacrime agli occhi il piccolo Ciro.
«Etto è il diminutivo di "sacchetto", è una capiente busta nera alta più o meno quanto me (un metro e venti) che ha vita propria come in un film d'animazione di quelli che vanno al cinema, ma in questo caso la fantasia supera la realtà».
«Con Etto abbiamo un patto: io lo difendo dalla gente che vuole bruciarlo o schiacciarlo con la macchina e lui mi difende dagli altri bambini prepotenti, sputando parte del suo contenuto».
«Sono contento di avere un amico come lui, mi fa sentire meno solo, anche se ha un po' la puzza sotto il naso, visto che è colto ai limiti della saccenza (forse contiene testi universitari, visto che l'ho trovato fuori alla Federico II). Comunque, ci sa fare, anche se poi l'unica vera puzza che mi interessa è quella che emana, riuscendo così ad allontanare tutti i malintenzionati che provano ad avvicinarmi per farmi andare a comprare un po' di droga».
«Non so bene quando ho acquisito una coscienza (in tal senso, la Chiesa non si è ancora espressa), ma penso che si dovrebbe trovare il modo di addivenire ad una convivenza pacifica tra umani e rifiuti nella Regione Campania, visto che si sa benissimo che un'emergenza rifiuti che dura da tanti anni non può essere più considerata tale, per cui urge ripensare il rapporto tra cittadini, spazzatura e camorra», dichiara in uno slancio ecumenico l'eroico e lucido Etto.

mercoledì 22 giugno 2011

Piccole memorie di una sciacquetta - Capitolo V

Il Ballo delle Meteore è il nostro ballo delle debuttanti: compiere 16 anni dava diritto a parteciparvi. Non si ballava nessun valzer di Strauss, non c'erano giovani cadetti o bei nobili europei: si potrebbe dire che era una sorta di mercato delle vacche in cui i compratori venivano a scegliere la migliore carne possibile a seconda dei gusti e delle tasche.
Dopo anni ed anni nella bambagia al DoppiaM lo choc era veramente duro da digerire, perché la realtà superava di gran lunga i nostri sogni di piccole mantenute: uomini famosi (di cui conoscevamo vita, morte e miracoli: nella brochure che ci veniva consegnata prima dell'inizio del ballo si potevano leggere biografie e rassegne stampa su ognuno di loro) si avvicinavano con fare disinvolto e goffo allo stesso tempo per invitarci a ballare al ritmo di Alors on dance o Mr. Saxobeat. La musica a palla causava i primi strusciamenti di membri flaccidi di uomini potenti contro le mie giovani natiche, ma aveva anche un'altra controindicazione: mi gridavano all'orecchio cose che non avevo sentito neanche nei peggiori film hard a proposito delle cose che sapevo fare con il mio ano o del mio livello di deep throat.
Il mio obiettivo era comunque piuttosto chiaro (la lettura dell'autobiografia della Santanchè mi aveva aperto gli occhi): scegliere un politico giovane per accompagnarlo lungo la sua carriera politica, avendo così l'occasione di crearmene una anch'io.
La mia scelta cadde sull'uomo giusto per me, un piccolo squalo a capo di un piccolo consiglio regionale: si vedeva benissimo che sarebbe diventato un ministro nel giro di una decina d'anni.
Il rituale era quello che ci avevano spiegato durante anni: avrei iniziato la mia nuova vita dopo essere stata battezzata con il mio nuovo nome in una sessione di pioggia dorata (era il succedaneo naturale dell'acqua santa al DoppiaM).
Così sono diventata Jessica Bottanazza, ragazza brasiliana dall'eterna età di 22 anni.


COMUNICAZIONE DI SERVIZIO

Questo è un racconto in cinque puntate, scritto nella notte del 17 giugno 2011.
Un avviso è d'obbligo: ogni riferimento a fatti o persone realmente esistenti o esistiti è puramente casuale.
Sarà facile trovare le varie puntate, semplicemente cercando e cliccando sulla tag piccole memorie sciacquetta.
Oggi 22 giugno sarà possibile commentare per la prima volta il racconto, visto che il presente è l'ultimo capitolo.
Se ti piace quello che leggi, ti suggerisco di copiare ed incollare il link di questo pezzo (o di uno che ti è piaciuto) in un'email da mandare a persone con una sensibilità affine alla tua (alla nostra, diciamo) o semplicemente farlo girare sulle reti sociali. Ovviamente, se avvisate qualche editore, ancora meglio.
In poche parole, vorrei essere presentato a persone che forse potrebbero apprezzare le cose che scrivo.
Faccio affidamento, in particolare, sulle persone (followers e non) che mi seguono tutti i giorni in questa ennesima avventura pseudo-letteraria (chi vuole può leggere il precedente racconto in sette puntate "La solitudine dei responsabili primi", facilmente rintracciabile all'interno del blog con la tag solitudine responsabili primi).
Grazie,

martedì 21 giugno 2011

Piccole memorie di una sciacquetta - Capitolo IV

La mia migliore amica si chiamava Inga, ma tutti la chiamavano Vichinga, visto che aveva i capelli biondissimi e gli occhi azzurrissimi.
I suoi tratti somatici erano tipicamente padani, mentre i miei erano quelli di una bella e formosa adolescente magrebina, adottata all'età di 3 anni da una facoltosa famiglia del Sud Italia.
Le differenza tra noi, però, non erano limitate all'aspetto fisico: io sapevo cantare, ballare e far sparire cetrioli in posti impensabili, mentre lei era semplicemente una buona a nulla. La sua timidezza sembrava derivare dal fatto che, tra l'altro, dal giorno della sua entrata al DoppiaM al compimento del quindicesimo anno di età, la pubertà quasi non l'aveva sfiorata: era alta non più di un metro e sessanta, circostanza che la faceva assomigliare ad un'adorabile bambina vista la sua mancanza cronica di seno.
Io ero diventata sua amica per un motivo molto semplice: quando ero al suo fianco, mi sentivo una vera stella. In fondo, l'amicizia funzionava così, era il meccanismo un po' Disney de "La Bella e la Bestia", solo che in questo caso l'amore non giocava nessun ruolo. Due amiche si riflettono l'una nell'altra: una per ammirarsi, l'altra per ammirare. La frase preferita di Inga era infatti «Ma come fai ad avercele così grandi?!? Non sai quanto mi piacerebbe averle anch'io così»: esprimere tanta ammirazione per qualcosa che era stata donata da madre natura mi faceva sentire veramente bene, mi faceva pensare all'inutilità dello sforzo nella vita quotidiana per ottenere quello che si voleva.
Un giorno, mentre facevamo le ultime lezioni che fungevano da introduzione al ballo di fine corso, che ci avrebbe lanciato nella vita vera, ha iniziato ad avere le convulsioni, durate pochi secondi fino a quando si è accasciata: la diagnosi era stata "overdose da estrogeni", una sorta di suicidio, anche se doveva essere considerata una morte accidentale, dovuta all'ansia di recuperare la sua femminilità perduta o mai nata.
Alcuni giorni dopo la Madre Superiora Maria Vagina Addolorata mi prese da parte: «So che era amica tua, riponevo grandi speranze nella vostra amicizia: insieme avreste potuto conquistare il mondo. Vichinga voleva sentirsi più donna, ma si sbagliava di grosso: era questione di tempo ed avrebbe ottenuto quello che voleva. Il leader di un partito che prenderà tanti voti alle prossime elezioni le aveva messo gli occhi addosso: i suoi tratti infantili risvegliavano l'appetito sessuale di molti uomini, che cercano giovani donne dal profilo teen per evitare future accuse di pedofilia, tenendo a bada anche la propria coscienza. Il futuro era suo, se solo avesse saputo aspettare l'uomo fatto apposta per lei, il tipico che adora le biondine senza tette».


COMUNICAZIONE DI SERVIZIO

Questo è un racconto in cinque puntate, scritto nella notte del 17 giugno 2011.
Un avviso è d'obbligo: ogni riferimento a fatti o persone realmente esistenti o esistiti è puramente casuale.
Sarà facile trovare le varie puntate, semplicemente cercando e cliccando sulla tag piccole memorie sciacquetta.
Non sarà possibile commentare, visto che durante questi giorni sarò assente (l'ultima puntata, quella del 22 giugno, si potrà commentare).
Se ti piace quello che leggi, ti suggerisco di copiare ed incollare il link di questo pezzo (o di uno che ti è piaciuto) in un'email da mandare a persone con una sensibilità affine alla tua (alla nostra, diciamo) o semplicemente farlo girare sulle reti sociali. Ovviamente, se avvisate qualche editore, ancora meglio.
In poche parole, vorrei essere presentato a persone che forse potrebbero apprezzare le cose che scrivo.
Faccio affidamento, in particolare, sulle persone (followers e non) che mi seguono tutti i giorni in questa ennesima avventura pseudo-letteraria (chi vuole può leggere il precedente racconto in sette puntate "La solitudine dei responsabili primi", facilmente rintracciabile all'interno del blog con la tag solitudine responsabili primi).
Grazie,

lunedì 20 giugno 2011

Piccole memorie di una sciacquetta - Capitolo III


Le buone maniere non erano esattamente il nostro forte. Il Galateo non serviva a niente se non si era in grado di fare una buona fellatio (da considerarsi come una caratteristica ancora più importante della bellezza fisica), ci veniva ripetuto spesso, mentre ci insegnavano i migliori metodi per togliere le odiose ma necessarie macchie di sperma dai capelli.

Da questo punto di vista il nostro mito era Catherine Ringer piuttosto che Monsignor Della Casa, visto che avevamo molte più cose da imparare dalla sua eclettica carriera artistica che dal bon ton di un religioso e letterato rinascimentale.
L'apoteosi della volgarità era a tavola: mangiavamo come vere signore tutti i giorni della settimana tranne la domenica. Il pranzo di un giorno di festa era una scusa fantastica per perdere i freni e disinibirsi con il cibo.
Il menù della domenica era un inno alla forma fallica: antipasto con asparagi di Bassano, primo piatto con cannelloni alla besciamella (era un piacere vedere sgorgare un liquido bianco dalla massiccia pasta cilindrica), il secondo era sempre un tipo qualsiasi di salsiccia, la frutta era ovviamente la banana ed il dessert non poteva non essere un lecca-lecca.
Tali delicatessen venivano consumate con rumori volgari, che richiamavano la suzione in ogni sua forma, sotto lo sguardo divertito della Madre Superiora Maria Vagina Addolorata, che approvava questa forma di apprendistato gastronomico-sessuale.
In qualche modo, comunque, imparavamo a comportarci in società, anche perché le lezioni di portamento della Contessa (caduta in disgrazia) Mazzadritta Assicurata spesso sconfinavano in aneddoti in cui ci veniva spiegato con dovizia di particolari come rimanere sedute a tavola con il busto eretto, mentre il vicino commensale ci metteva la mano fra le gambe. Ancora più difficile, così come ci raccontava la contessa, era sparire sotto il tavolo, perché in realtà era da considerarsi precluso ogni contatto sessuale fino al classico momento del dessert da degustare rigorosamente in un buon salotto (romano, se possibile).
La routine quotidiana al DoppiaM, quindi, mi stava preparando al meglio a quella che sarebbe stata la mia brillante vita da mantenuta del mondo della politica e dello spettacolo: era un grande sacrificio frequentare una scuola così rinomata, che formava solo le migliori ragazze. Ma era già tempo di iniziare il conto alla rovescia per me e per il mondo intero, che avrebbe dovuto aspettare il compimento del sedicesimo anno di età ed il termine dell'attività formativa scolastica per poter ammirare le mie forme voluttuose, a cui si abbinavano le caratteristiche che ogni donna dovrebbe avere: carisma, personalità e savoir faire (spero che nessuno avesse pensato alla cultura).



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Questo è un racconto in cinque puntate, scritto nella notte del 17 giugno 2011.
Un avviso è d'obbligo: ogni riferimento a fatti o persone realmente esistenti o esistiti è puramente casuale.
Sarà facile trovare le varie puntate, semplicemente cercando e cliccando sulla tag piccole memorie sciacquetta.
Non sarà possibile commentare, visto che durante questi giorni sarò assente (l'ultima puntata, quella del 22 giugno, si potrà commentare).
Se ti piace quello che leggi, ti suggerisco di copiare ed incollare il link di questo pezzo (o di uno che ti è piaciuto) in un'email da mandare a persone con una sensibilità affine alla tua (alla nostra, diciamo) o semplicemente farlo girare sulle reti sociali. Ovviamente, se avvisate qualche editore, ancora meglio.
In poche parole, vorrei essere presentato a persone che forse potrebbero apprezzare le cose che scrivo.
Faccio affidamento, in particolare, sulle persone (followers e non) che mi seguono tutti i giorni in questa ennesima avventura pseudo-letteraria (chi vuole può leggere il precedente racconto in sette puntate "La solitudine dei responsabili primi", facilmente rintracciabile all'interno del blog con la tag solitudine responsabili primi).
Grazie,

domenica 19 giugno 2011

Piccole memorie di una sciacquetta - Capitolo II


La Madre Superiora Maria Vagina Addolorata ci diceva sempre che il suo scopo era fare di ognuna di noi una piccola geisha.
In molti pensano ad una geisha come ad una prostituta, quando in realtà i due kanji che formano la parola vogliono dire "persona" ed "arte". Il fine ultimo di DoppiaM, quindi, è creare una persona a regola d'arte.
Le lezioni erano veramente difficili: ad esempio, a storia dell'arte guardavamo senza sosta dei video vintage di Non è la Rai e di Veline per cercare di trarre ispirazione dalle più grandi pioniere del mondo dello show business. Anche tutte le altre materie di una scuola comune, in realtà, venivano impartite, però cercando di dare loro un'impostazione pratica.
La matematica veniva affrontata soprattutto nel suo aspetto contabile: calcolare velocemente la quantità di soldi da incassare grazie ad un bonifico era una caratteristica fondamentale per sopravvivere nel lusso più sfrenato.
L'italiano, così come le altre lingue straniere, non racchiudeva nessun aspetto letterario degno di essere studiato, visto che per noi era sufficiente studiare il Vocabolario di Maria Maddalena. Il nostro testo sacro era un frasario, che conteneva circa 400 parole, utili in varie circostanze: regalo (o regalino), gìrati, ok, aiutino, duro erano le più importanti, visto che con le stesse si poteva costruire una conversazione di base come «Gìrati» a cui bisognava rispondere «Ok, ci vuole un aiutino per fartelo venire duro, però dopo mi fai il regalo».
Ovviamente la storia d'Italia veniva insegnata dal 1994 in poi.
C'era, però, una materia che veniva insegnata in modo durissimo: il diritto, considerato un'arma di autodifesa. Il Codice Penale e quello di Procedura Penale erano due cose importanti da sapere, visto che in qualsiasi momento e senza aver fatto assolutamente niente di male si poteva essere coinvolte in torbide vicende giudiziarie.
D'altronde, una facile Laurea in Giurisprudenza era diventata storicamente un lasciapassare per ambire ad alte cariche istituzionali e trasformarsi così in ministra. Non tutte saremmo diventate ministri della Repubblica, ma bisognava comunque essere pronte all'occorrenza.




COMUNICAZIONE DI SERVIZIO

Questo è un racconto in cinque puntate, scritto nella notte del 17 giugno 2011.
Un avviso è d'obbligo: ogni riferimento a fatti o persone realmente esistenti o esistiti è puramente casuale.
Sarà facile trovare le varie puntate, semplicemente cercando e cliccando sulla tag piccole memorie sciacquetta.
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In poche parole, vorrei essere presentato a persone che forse potrebbero apprezzare le cose che scrivo.
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Grazie,

sabato 18 giugno 2011

Piccole memorie di una sciacquetta

Sono stata (ben)educata all'Istituto Paritario Maria Maddalena alla cui entrata campeggiava ovviamente la nostra santa patrona in atteggiamento lascivo con un tipo di nome Gesù (opera di un famosissimo pittore scomunicato dalla Chiesa, l'ormai dimenticato Gianculo Tette Della Madonna).

Questa dimostrazione di cattivo gusto doveva in qualche modo marcare a fuoco tutte le ragazze che entravano in un istituto prestigioso, fondato nel 2009 al solo fine di educare le allieve nella missione più nobile di tutte: compiacere i potenti.
In questo istituto si potevano portare a termine le scuole medie inferiori (definizione arcaica, ma ancora in uso nel DoppiaM, il nomignolo affettuoso della scuola) ed il biennio delle scuole superiori (liceo classico e scientifico) in un'età compresa tra i 10 ed i 15 anni per poi fare il tipico 3x1 (tre anni in uno) per ottenere un diploma più o meno a 16 anni. Il titolo di studio in sé e per sé non interessava a nessuna, perché i genitori di ognuna di noi ci avevano spiegato che un diploma serviva solo per "nettarsi le natiche" (siamo tutte di famiglia borghese e benestante, in cui l'espressione "pulirsi il culo" viene considerata un po' plebea).
In realtà, eravamo le Vestali del nuovo millennio, piccole vergini che avrebbero vegliato sul fuoco segreto degli uomini di potere in Italia.
Non appena entrate, venivamo vestite tutte con una semplice tunica bianca di raso, circostanza spiegabile solo con il mancato avvento della pubertà.
La tunica bianca, infatti, ci veniva fornita in quantità industriali, ma di un'unica taglia comune per tutte. Se in un primo momento sembravano tutte dei piccoli fantasmi, con il passare del tempo e con lo svilupparsi dei caratteri sessuali secondari (fianchi che si ingrossano, tette che crescono come teneri boccioli per poi diventare frutta matura di varie dimensioni: chicchi d'uva, pesche, mele, pere, cocomeri) le tuniche cominciavano a risultare più strette, marcando così le forme della femminilità di ogni allieva.
Poteva anche accadere che una bambina come me, che quando era entrata al DoppiaM era alta un metro e quaranta, potesse trasformarsi, quindi, in una provocante quindicenne di un metro ed ottanta, a cui la famosa tunica faceva ormai da minigonna, senza parlare della fatica che faceva il busto della tunica, trasformata ormai in una sofferta scollatura che doveva contenere amala pena la mia quarta abbondante.
Al compimento del quindicesimo anno di età era la Madre Superiora Maria Vagina Addolorata a prendere in disparte la festeggiata ed a spiegarle che la tunica era lo strumento più comodo per verificare se una ragazza avrebbe avuto o meno il phisique du rôle.



COMUNICAZIONE DI SERVIZIO
Questo è un racconto in cinque puntate, scritto nella notte del 17 giugno 2011.
Un avviso è d'obbligo: ogni riferimento a fatti o persone realmente esistenti o esistiti è puramente casuale.
Sarà facile trovare le varie puntate, semplicemente cercando e cliccando sulla tag piccole memorie sciacquetta.
Non sarà possibile commentare, visto che durante questi giorni sarò assente (l'ultima puntata, quella del 22 giugno, si potrà commentare).
Se ti piace quello che leggi, ti suggerisco di copiare ed incollare il link di questo pezzo (o di uno che ti è piaciuto) in un'email da mandare a persone con una sensibilità affine alla tua (alla nostra, diciamo) o semplicemente farlo girare sulle reti sociali. Ovviamente, se avvisate qualche editore, ancora meglio.
In poche parole, vorrei essere presentato a persone che forse potrebbero apprezzare le cose che scrivo.
Faccio affidamento, in particolare, sulle persone (followers e non) che mi seguono tutti i giorni in questa ennesima avventura pseudo-letteraria (chi vuole può leggere il precedente racconto in sette puntate "La solitudine dei responsabili primi", facilmente rintracciabile all'interno del blog con la tag solitudine responsabili primi).
Grazie,

venerdì 17 giugno 2011

Italia da abolire tramite referendum

Dopo il grandissimo successo di pubblico grazie a cui si è raggiunto il quorum per i quesiti referendari del 12 e 13 giugno 2011 e l'immediata presentazione del referendum sulla legge elettorale, la febbre da democrazia diretta si sta espandendo in modo pandemico.
Con un referendum, basta Italia
«Fra pochissimi giorni iniziamo con la solita raccolta delle firme» ci racconta il promotore nonché webmaster di aboliamol'italia.it.
«C'è da dire, però, che l'obiettivo non è quello di un normale referendum, perché in realtà quest'iniziativa è votata ad abolire l'Italia, intesa come Stato dal punto di vista giuridico», annuncia Demo Crazia con tono di sfida.
«Molti penseranno che sia una boutade, ma non lo è: abrogando un paio di norme qua e là possiamo dissolvere il Bel Paese. L'intenzione è trasformare l'intero territorio italiano in un'immensa No man's land dove l'unica legge è quella proudhoniana della coscienza privata e pubblica in grado da sola di regolare la convivenza di tutti gli individui senza incidere sulla loro libertà».
«Tale scenario anarchico scoraggerebbe qualsiasi italiano medio dal continuare a vivere in Italia, che si convertirebbe automaticamente in una regione geografica dove gli abusi ed i soprusi sarebbero banditi: molti italiani sarebbero mossi verso un naturale ostracismo ed esilio per il mero fatto di confrontarsi con la propria coscienza (o chi ne fa le veci)».
«Niente tasse, niente bandiere, niente armi: sarà questo il nostro motto. Tutti dipenderanno da tutti grazie al baratto di beni e servizi. Ovviamente non si tratterà di uno squallido do ut des: un primario opererà sapendo che, quando tornerà a casa per cenare, potrà mangiare i migliori prodotti in base al'applicazione semplificata del principio del bilancio partecipativo».
«Se tale progetto referendario non andasse in porto, ci resta un'opzione proveniente dal diritto internazionale: applicare il principio di autodeterminazione dei popoli, presente nella Carta delle Nazioni Unite, che permette ad un popolo di liberarsi dall'occupazione straniera. È da considerarsi tale (ovvero una forza nemica che sta occupando il territorio italiano) l'organizzazione massonica e mafiosa, che comunemente viene definita con il curioso termine di classe dirigente della politica italiana».

giovedì 16 giugno 2011

Cosa si fa online

Sono tante le questioni sollevate negli ultimi giorni da prossimi premi Nobel come Brunetta e Stracquadanio: l'occupazione di internet da parte di gente della sinistra (vista la cronica mancanza di attività alternative), il reale valore di un precario (che rappresenterebbe il peggio dell'Italia, nonostante le più varie smentite ed alternate versions), l'utilizzo di internet per scopi personali da parte del personale di enti pubblici (un po' come i parlamentari che giocano online con i loro iPad durante una seduta). A mo' di libro bianco delle attività degli italiani online verranno pubblicati domani due rapporti annuali di due organismi che, pur essendo molto diversi, la sanno veramente lunga sul pubblico online.
Internet: posto fisso da precario
«Gli utenti ci dicono tutto nel loro profilo online per aiutarci a capire come possiamo migliorare l'esperienza online», ci anticipano dall'ufficio stampa del WUSP (Webmaster Uniti Siti Porno).
«Il 100% dei nostri utenti di sesso maschile (di utenti di sesso femminile ne abbiamo 4) dichiara che la cosa più a sinistra che ha mai votato è stata Iva Zanicchi, che trascorrono tutto il loro tempo libero digitando parole come amatoriale italiano nei motori di ricerca con l'unica mano libera a disposizione e che spesso si collegano dal posto di lavoro (che nel 94% dei casi è un ufficio pubblico)».
«I nostri utenti, invece, sono tutti di sinistra, guardano film impegnati, ascoltano musica impegnata, firmano petizioni di ogni tipo (purché mosse da cause nobili) e dichiarano di passare online 47 minuti al giorno al massimo, visto che hanno da fare i loro turni da precari part-time di 18 ore e quasi non resta il tempo necessario per mangiare, dormire ed avere progetti futuri», ci comunicano quelli del SI (Siti Impegnati, associazione no profit che ha lo scopo di accorpare le realtà online italiane che si occupano di rendere il mondo un posto migliore senza l'aiuto di gruppi Facebook come www.nanomaledetto.itwww.piovegovernoladro.it, www.avaaz.org, www.giocoallasnai.it e tante altre ancora).
«La teoria degli esponenti del PdL ne esce ridimensionata: il tipico onanista online sarebbe perlopiù di centrodestra e dedicherebbe a questa attività tutto il tempo che gli avanza dalla ricerca di donne e soldi nella vita reale. È un peccato non avere ancora a disposizione i dati di siti di incontri online come nirvam e tutti gli altri per avere un'immagine più vivida delle interazioni degli italiani nel mondo di internet», cerca di chiarire il Dr. Smanettoni, esperto di tutte le emozioni virtuali che riescono ad entrare in un server di 2 giga. «L'utente online di sinistra dedicherebbe, invece, pochissimo tempo ad internet, ma lo farebbe fruttare meglio, visti i tre master e le due lauree che ha di media (titoli di nessuna utilità nel mondo del lavoro, circostanza in base alla quale si cerca da anni di prolungare la formazione dei giovani per allontanare il momento in cui si renderanno conto del fatto che formazione e lavoro non fanno parte dello stesso discorso in un eterno circolo vizioso che impoverisce le persone che provano ad emergere studiando e migliorandosi)».
«Ovviamente vanno esclusi i blogger di ogni tipo che si dedicano esclusivamente a fare disinformazione, cercando di ottenere un maggior numero di utenti, adulandoli in base alla tecnica della captatio benevolentiae», conclude il sempre brillante esperto di comunicazione e marketing online, il Professor Brainstorming.