Presto ci saranno gli scioperi dei trasporti, gli scioperi dei benzinai e gli scioperi dei politici (la definizione di sciopero è chiara, si tratta di un'astensione collettiva dal lavoro allo scopo di rivendicare qualcosa, ossia quello che fanno quasi quotidianamente gli esponenti della politica italiana) , ma si annunciano ulteriori e variegati scioperi nel prossimo autunno caldissimo che si avvicina. Si prospettano grandi manifestazioni autunnali da parte di collettivi inattesi, però comunque stufi del ruolo che hanno nella società (sono già stati proclamati lo sciopero delle mamme, lo sciopero degli animali abbandonati e lo sciopero degli adolescenti).
Si chiude tutto per protesta? |
«In realtà, gli scioperi settoriali in Italia non servono veramente a niente», commenta un esperto mondiale di cortei, scioperi, marce e manifestazioni non sempre politicizzate o sindacali, il noto John Doe Walkout, «sono come veri e propri boomerang che attivano bestemmie e meccanismi di rivalsa tra categorie e strati della società».
«In Italia c'è bisogno di quello che nel mio ultimo libro chiamo "Sciopero in Generale": tutti si devono rifiutare di fare quello che sanno fare (o ciò per cui vengono pagati senza alcun merito, o ancora più semplicemente ciò per cui si è pagati poco, male e niente), anche se si tratta semplicemente del proprio ruolo. I giovani devono smettere di fare i giovani, i detenuti devono smettere di esserlo (qualcosa di molto facile se anche il personale della Polizia Penitenziaria aderisse a questo tipo di sciopero), i ricchi devono rinunciare al loro status (o almeno evitare di dare tanto nell'occhio) e così via. È auspicabile un ritorno all'antico Système D del Maggio francese», conclude John.
«Serve uno sciopero quanto più generale possibile: a questo scopo creeremo un apposito gruppo, attivo e fattivo, facebook.com/ ScioperoGeneralissimo (non vi è nessun riferimento al franchismo, ma alla necessaria partecipazione di tutto il popolo italiano)», annuncia orgoglioso Demo Crazia, la persona che ne sa veramente più di tutti di democrazia online, anche se in molti criticano i suoi metodi o la sua mancanza di purismo.