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lunedì 19 settembre 2011

Partito degli Scaricatori

Covo degli Scaricatori - Dopo il grande successo del Par- tito dei Pirati, Piratenpartei,  in Germania (alle ultime ele- zioni per il Parlamento della città-Stato di Berlino), che già aveva avuto buoni risultati in Svezia (dove è origina- riamente nato con il nome di Piratpartiet grazie a Rickard Falkvinge), in Italia si muove qualcosa. Dopo la nascita del Partito Pirata italiano (non pubblichiamo il link perché non si capisce bene quale sia quello vero), un gruppo su Facebook sta promuovendo un partito molto più consono alla per- sonalità del cittadino medio italiano: il Partito degli Scaricatori.
«Il nostro partito è veramente democratico», racconta Libera Download, nickname di Anonymous della fondatrice anonima del partito, «può partecipare chiunque voglia scaricare o lo abbia già fatto: scaricare non vuol dire solo abbandonare il/la proprio/a partner (per uno/a più giovane e piacente), ma neanche svuotare le stive delle barche. Oggi scaricare deve diventare il nuovo italian way of life: scaricare responsabilità, scaricare musica e suonerie, scaricare film, scaricare barile devono diventare un modo di fare politica dove non c'è più nessuno che ti dia niente per niente, a meno che non si sia pronti ad essere esa- geratamente disonesti».
«Scaricare vuol dire avere cultura gratis: il nostro partito farà paura ai più per questo motivo, anche se poi per captare il voto giovane ci limiteremo a garantire il download gratuito della musica (?!?) degli ultimi tipi che vengono fuori da Amici o le partite gratis in HD nel monitor di tutti i nostri simpatizzanti».
Il peso della politica deve ricadere sulle spalle dei cittadini
«Ovviamente questo partito avrà molto più successo di quello dei pirati: l'Italia è un paese di connivenza diffusa, di complicità latente, di omertà ubiqua e sui generis: a tutti piace scaricare o vedere le partite senza pagare, ma senza sapere assolutamente chi infrange le regole per metterci tanto materiale online, un vero ben di Dio per tutti gli utenti poveri (e meno) del web. I pirati saranno sempre visti con sospetto, in quanto detentori del know-how», ci spiega Demo Crazia, grande esperto di politica online.

mercoledì 25 maggio 2011

Un partito dei seggi vuoti

La poltronite è la grande malattia della politica italiana? Il poltronismo porta a vedere un incarico politico come un obiettivo da raggiungere e, quindi, non come un mezzo per fare il bene pubblico? Ti aspetti che Natuzzi parli di poltrone e divani, ma non vorresti che i politici sentissero un interesse esclusivo per quei posti a sedere? La soluzione la si può trovare nel sito seggivuoti.it, la nuova frontiera della politica.
Svuotare il Parlamento, votando
«Per ora si tratta di organizzarci» afferma il webmaster Demo Crazia (il signor Crazia padre ha avuto da sempre un debole per la politica), «ma in futuro formeremo un vero partito politico con uno scopo ben preciso: canalizzare i voti che si perdono a causa delle schede bianche, delle schede nulle e dell'astensionismo».
«Le maggioranze che si formano a seguito di una tornata elettorale con il 40% di astensione e con un bel numero di schede nulle (in cui normalmente il voto va ad un calciatore famoso o ad una bella gnocca; a volte si opta anche per il classico "Vergogna!") sono assolutamente artificiali» argomenta Demo, «noi vogliamo essere eletti per poi garantire che i nostri seggi nei consigli comunali come in Parlamento saranno vuoti. E no, non vogliamo emolumenti e pensioni, a cui rinunceremo non appena eletti. Vogliamo dare un segnale forte rispetto al tema della rappresentanza diretta nella democrazia: è bello immaginare il Parlamento in seduta comune come se fosse il 2 agosto con un paio di pianisti sparsi in aula». «Vogliamo che la politica si renda conto che si può fare a meno dei politici, soprattutto a quei prezzi», conclude Demo.
«Questi hanno proprio intenzione di toglierci il posto: essere un parlamentare assenteista non può diventare una posizione ideologica, ci vuole talento e costanza per farlo, ma non cervello», dichiara allarmato l'onorevole Antonio Gaglione.