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martedì 21 giugno 2011

Piccole memorie di una sciacquetta - Capitolo IV

La mia migliore amica si chiamava Inga, ma tutti la chiamavano Vichinga, visto che aveva i capelli biondissimi e gli occhi azzurrissimi.
I suoi tratti somatici erano tipicamente padani, mentre i miei erano quelli di una bella e formosa adolescente magrebina, adottata all'età di 3 anni da una facoltosa famiglia del Sud Italia.
Le differenza tra noi, però, non erano limitate all'aspetto fisico: io sapevo cantare, ballare e far sparire cetrioli in posti impensabili, mentre lei era semplicemente una buona a nulla. La sua timidezza sembrava derivare dal fatto che, tra l'altro, dal giorno della sua entrata al DoppiaM al compimento del quindicesimo anno di età, la pubertà quasi non l'aveva sfiorata: era alta non più di un metro e sessanta, circostanza che la faceva assomigliare ad un'adorabile bambina vista la sua mancanza cronica di seno.
Io ero diventata sua amica per un motivo molto semplice: quando ero al suo fianco, mi sentivo una vera stella. In fondo, l'amicizia funzionava così, era il meccanismo un po' Disney de "La Bella e la Bestia", solo che in questo caso l'amore non giocava nessun ruolo. Due amiche si riflettono l'una nell'altra: una per ammirarsi, l'altra per ammirare. La frase preferita di Inga era infatti «Ma come fai ad avercele così grandi?!? Non sai quanto mi piacerebbe averle anch'io così»: esprimere tanta ammirazione per qualcosa che era stata donata da madre natura mi faceva sentire veramente bene, mi faceva pensare all'inutilità dello sforzo nella vita quotidiana per ottenere quello che si voleva.
Un giorno, mentre facevamo le ultime lezioni che fungevano da introduzione al ballo di fine corso, che ci avrebbe lanciato nella vita vera, ha iniziato ad avere le convulsioni, durate pochi secondi fino a quando si è accasciata: la diagnosi era stata "overdose da estrogeni", una sorta di suicidio, anche se doveva essere considerata una morte accidentale, dovuta all'ansia di recuperare la sua femminilità perduta o mai nata.
Alcuni giorni dopo la Madre Superiora Maria Vagina Addolorata mi prese da parte: «So che era amica tua, riponevo grandi speranze nella vostra amicizia: insieme avreste potuto conquistare il mondo. Vichinga voleva sentirsi più donna, ma si sbagliava di grosso: era questione di tempo ed avrebbe ottenuto quello che voleva. Il leader di un partito che prenderà tanti voti alle prossime elezioni le aveva messo gli occhi addosso: i suoi tratti infantili risvegliavano l'appetito sessuale di molti uomini, che cercano giovani donne dal profilo teen per evitare future accuse di pedofilia, tenendo a bada anche la propria coscienza. Il futuro era suo, se solo avesse saputo aspettare l'uomo fatto apposta per lei, il tipico che adora le biondine senza tette».


COMUNICAZIONE DI SERVIZIO

Questo è un racconto in cinque puntate, scritto nella notte del 17 giugno 2011.
Un avviso è d'obbligo: ogni riferimento a fatti o persone realmente esistenti o esistiti è puramente casuale.
Sarà facile trovare le varie puntate, semplicemente cercando e cliccando sulla tag piccole memorie sciacquetta.
Non sarà possibile commentare, visto che durante questi giorni sarò assente (l'ultima puntata, quella del 22 giugno, si potrà commentare).
Se ti piace quello che leggi, ti suggerisco di copiare ed incollare il link di questo pezzo (o di uno che ti è piaciuto) in un'email da mandare a persone con una sensibilità affine alla tua (alla nostra, diciamo) o semplicemente farlo girare sulle reti sociali. Ovviamente, se avvisate qualche editore, ancora meglio.
In poche parole, vorrei essere presentato a persone che forse potrebbero apprezzare le cose che scrivo.
Faccio affidamento, in particolare, sulle persone (followers e non) che mi seguono tutti i giorni in questa ennesima avventura pseudo-letteraria (chi vuole può leggere il precedente racconto in sette puntate "La solitudine dei responsabili primi", facilmente rintracciabile all'interno del blog con la tag solitudine responsabili primi).
Grazie,

mercoledì 8 giugno 2011

Suicidi anonimi

Le dichiarazioni di Feltri e Mastella a proposito di eventuali suicidi in caso di successo elettorale di un avversario politico qualsiasi, quale può essere un Bersani o un De Magistris, hanno scatenato una rincorsa al nuovo trend in politica: la dichiarazione di suicidio. Domani si terrà a Milano (Via Cazzari, 23) il workshop intitolato "Togliersi di mezzo", in cui si discuteranno le nuove proposte relative al suicidio politico in Italia, che, secondo le direttive date dai giuristi e dai becchini organizzatori, potrà essere anonimo e anomico (quest'ultimo, secondo la dottrina di Durkheim).
Suicidio: forma d'arte polititica?
«C'è vero bisogno di dettare le regole sulla dichiarazione di morte politica» dice serioso, Mortimer Alutto.
«Non si può pensare che un politico o un giornalista possano dichiarare di togliersi la vita per poi non farlo, deludendo le persone che ci speravano».
«La regolamentazione sarà piuttosto snella: bisogna legiferare nel senso di una creazione delle SSA (Società Suicidi Anonimi), che dovrebbero gestire la morte volontaria di un vip in un paese in cui l'eutanasia resta comunque una materia non regolata», sostiene Lex Terminator, il grande giurista che dirige i lavori di questo workshop, «se qualcuno dichiara, quindi, di voler suicidarsi sotto la condizione sospensiva dell'altrui vittoria elettorale, vi saranno due opzioni possibili: applicare lo ius primae mortis, soluzione crudele ma equa, che dovrebbe consistere nell'eliminazione del prossimo congiunto più caro al dichiarantesi suicida; oppure garantire il suicidio del soggetto nel più totale anonimato e nella più completa assenza di norme (anomia), così come ci si aspetta da un paese civile. La morte, in ogni caso, sarebbe solo simbolica: la conseguenza reale sarebbe l'ostracismo del chiaccherone durkheimiano», conclude Lex, promettendo un'ulteriore approfondimento della materia qualora venisse presa in considerazione dal punto di vista legislativo.
«Speriamo che finisca presto questa danza macabra» commenta Memento Mori Schiattamorto, un brillante necroforo che terrà una relazione sul tema "Mors tua, vita mea in politica".