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domenica 18 settembre 2011

Buffet libero di Obama

Obamalandia - Obama ha deciso: presenterà una legge che aumenterà le tasse per i più ricchi, ispirata dalle parole del mitico Warren Buffett (da cui prenderà anche il nome questo provvedimento, "Buffett Rule"), il secondo uomo più ricco degli Usa (dopo Bill Gates). Oltre alla scontata e naturale opposizione dei repubblicani, il Premio Nobel per la Pace 2009 dovrà superare anche le remore della maggior parte degli economisti del pianeta
«Non so come mai non ci abbiamo pensato prima: i ricchi pagano poche tasse (anche in relazione all'evasione già perpetrata). Ci voleva un multimilionario per farci capire che forse è arrivato il momento di fargliela pagare, una tassa, intendo, magari una minimum tax comunque una tantum, o forse no», suggerisce con le idee chiare come sempre il Prof. Nomoney, consulente economico di Obama, pagato a cottimo per ogni buona idea che ha.
Finalmente tutti saranno costretti ad andare alla Caritas
«È incredibile questo accanimento, questa "Legge del Buffet Libero" invita i più poveri a sedersi alla tavola dei più ricchi, anche se non sono stati invitati. Bisogna ricordare che esiste la Caritas per tutti quelli che vogliono mangiare pur essendo poveri», dichiara la Dr.ssa Lagrana Quattrini, dell'Università di Nashville, portavoce dell'ELI (Economisti Liberi... dall'IVA, gruppo indipendente di gente che sa un sacco di cose di economia come quelli che hanno portato il sistema economico attuale sull'orlo del baratro, ma sponsorizzati da Fitch, Moody's e Standar & Poor's).

sabato 6 agosto 2011

Caldo declassamento Usa

Cosa vuol dire che il rating Usa passa da AAA ad AA+? Le spiegazioni che potrebbero dare da Standard & Poor's non sarebbero tranquillizanti, per cui abbiamo deciso di ricorrere alla saggezza del Prof. Pinky, il deus ex machina della Ass & Brain's, l'agenzia di rating mentale più prestigiosa del pianeta (anche perché è l'unica).
Serve un condizionatore AA?
«Avete mai notato che le denominazioni delle varie classi di consumo energetico degli elettrodomestici e delle classi delle agenzie di rating sono quasi le stesse?», ci domanda il Prof.
«Ci sono delle lettere dell'alfabeto, accompagnate a volte dai simboli + (più) o - (meno): bisogna ricordare come la A sia meglio della C e come il più sia meglio del meno».
«In economia serve l'efficienza così come nel consumo di un condizionatore: basti pensare che in entrambi i casi si viene a capo di situazioni scottanti in cui il caldo potrebbe fare anche delle vittime».
«In ogni caso, questa somiglianza serve ad instaurare un parallelismo nella mente dei cittadini consumatori: bisogna avere fiducia nei paesi e nelle lavatrici con le A, anche se a dircelo sono delle società private (come Fitch o come la Commissione UE), visto che l'economia e la politica sono sostanzialmente la stessa cosa: si occupano quasi solo del consumo di beni, servizi e persone», conclude Pinky con il mignolo della mano destra lievemente alzato mentre prende l'ennesimo caffè.
«La perdita della classe AAA (la prima volta nella storia statunitense) è stata una scelta volontaria degli Usa, anche se in pubblico non si può affermare ciò», rivela il Prof. Nomoney, forse il miglior consulente economico di Obama«visto che, quando la situazione è così calda, bisogna fare qualcosa per raffreddarla o almeno per distrarre l'attenzione dei creditori. Da giorni si parla di commissariare i paesi nei guai, come l'Italia, e ciò potrebbe accadere anche agli Stati Uniti d'America, se i cinesi si impuntassero. Allora, basta simulare per un po' di essere peggiori debitori per far sì che per una volta al G7 si parli della crisi in senso realista, ossia come è nella realtà: borse e titoli di credito, ma anche debiti e default sono entità immaginarie, ma non per questo farà meno caldo d'estate. Il consumo di aria condizionata, che resta pur sempre aria, non sembra quindi destinato a diminuire, purché non si sappia mai chi paga la bolletta dell'umanità (anche se un sospetto, guardando nelle vostre tasche, dovreste avercelo)».

sabato 30 luglio 2011

Non c'è tempo per i debiti

L'Obamageddon finanziario si avvicina, il default è alle porte: ciò che realmente manca ad Obama per risolvere questa spinosa situazione è il tempo, l'elemento necessario a mettere tutto a posto anche se "le temps détruit tout".
I suoi migliori consulenti in materia finanziaria, J. Nomoney e Q. Notime, coadiuvati dal Prof. K. Noproblems, stanno tirando fuori idee su idee per scongiurare il fallimento Usa.
In primo luogo, visti tutti gli aiuti dati alle banche, ora si pensa di ottenere finalmente qualcosa in cambio: il governo statunitense pensa di farsi restituire tutti i soldi investiti nei vari salvataggi di ogni tipo di banca privata, chiedendo al settore bancario di controllare tutte le banche del tempo per ottenere un numero considerevole di ore da reinvestire nelle trattative per innalzare per l'ennesima volta il "tetto legale del debito".
Il tempo si scioglie, diventando l'unico vero bene di lusso
Si è pensato anche a comprare orologi, clessidre e tutti gli altri strumenti di misurazione del tempo per far sí che nessuno sia più in grado di sapere che ora sia; anche se è allo studio la possibilità di impadronirsi delle stesse unità di misura del tempo (OreMinutiSecondi) per togliere qualsiasi punto di riferimento temporale agli esseri umani, che quindi continuerebbero ad indebitarsi indefinitamente per il solo fatto dell'inesistenza del tempo (in una riedizione infinita della favola della cicala e della formica nella versione di Jean de la Fontaine).
In ultima istanza, si pensa anche all'instaurazione della legge marziale per obbligare tutti i cittadini Usa a "regalare" un bel numero di ore (che tecnicamente verrebbero requisite) della loro vita al Governo federale.
"Sento che non c'è tempo e allora un po' più in fretta farò, cercando di non lasciarmi prendere dalla solita ansia, bloccarsi non si può, cerco un nuovo contatto un po' più di controllo su quel che sto vivendo, è il  presente che mi sfugge dalle mani, ma io non mi sottraggo o almeno ci sto provando", è quello che canticchia Barack da giorni, quasi ossessionato, ripetendo "Cerco tiempo e nun ce ne sta...".