Non è il titolo di un nuovo colossal hollywodiano in costume, né vi è alcun riferimento a qualche prossimo intervento militare a difesa della libertà contro nuovi e pericolosi terroristi dal nome esotico. Un hashtag (#, o cancelletto) è il semplice strumento per creare tags su Twitter così da seguire meglio il flusso di notizie su di un determinato argomento (a proposito, #notiziedelfuturo esisterà?).
È lui: il "cancelletto" al potere |
«È lo strumento più rivoluzionario degli ultimi anni in materia di comunicazione», ci spiega il webmaster di tetter.com, un social network incentrato sull'attualità e sui seni.
«Si mettono insieme, infatti, più cose che riguardano la stessa cosa, come in un libro o in un'enciclopedia, però per giovani».
«Questa parola così strana, hashtag, si può leggere ora anche sui giornali in relazione alla cosiddetta primavera spagnola, che sta favorendo il proliferare di tante chiavi di ricerca che includono a loro volta la parola rivoluzione (#spanishrevolution, #italianrevolution, etc.)», ci racconta un redivivo Dr. Smanettoni, esperto di relazioni sociali ed amorose su internet. «Tali "chiavi di lettura" sono in realtà in lotta tra di loro al fine di captare l'attenzione del classico lettore online, che normalmente ha un livello di attenzione che comporterebbe l'uso del Ritalin in altri paesi del mondo. Gli hashtags sono contenitori vuoti, che andrebbero riempiti di contenuto, essendo in realtà utilizzati per vincolare il maggior numero possibile di visite a mo' di spam, che è il grande problema del nostro secolo, anche a livello di relazioni interpersonali. Ormai non frequentiamo più persone: le conosciamo attraverso hashtags per poi riempirci a vicenda le nostre vite di spam. È la guerra quotidiana degli #hashtags», conclude Smanettoni.