Cambio & Stabile, la nuova grande firma della moda italiana, ha deciso di intervenire nella querelle aperta a livello nazionale ed internazionale in materia di rating, trasformando una parte della propria società non quotata in Borsa in una nuova "agenzia di valutazione del rischio di fare credito (magari in una boutique à la page)", che valuterà come va uno Stato o un qualsiasi altro ente, pubblico o privato, dal punto di vista dello stile e delle tendenze da seguire. Il cartello "Non si fa credito", campeggia nel sobrio ma lussuoso ufficio dei due stilisti, come memento dell'instabile situazione economica del mondo occidentale, così come lo conosciamo.
I due stilisti dicono di no alle tendenze... allarmiste |
«Questa cosa del rating è una strana moda ed onestamente ne so abbastanza di mode strane per poter dire la mia», afferma Bill Cambio. «Come si può pretendere che qualcuno giudichi il tuo lavoro e che tutti gli altri si comportino con te alla stregua di quello che viene detto da questo qualcuno? È esattamente quello che succede con le agenzie di rating! Allora, se si tratta di dare giudizi con buon gusto, la nostra firma di moda, a partire da ieri, è diventata anche agenzia di rating. Abbiamo deciso di valutare con parametri trasparenti, tra i quali spiccano la mancanza di cattivo gusto e l'odio per il kitsch, tutti i paesi del mondo, nonché ogni altra società che voglia conoscere il proprio livello di stile, a prescindere da qualsiasi valutazione economica o finanziaria».
«Le nostre valutazioni si daranno in O (ossia la "O" come lettera maiuscola): una serie lunga di O (cioè un ooooooooooh) esprime sorpresa ed apprezzamento, come quando tiri giù dei pantaloni di un bel modello e ti trovi davanti ad un "attrezzo" dalle dimensioni importanti, ma non te l'aspettavi. Il massimo previsto delle nostre valutazioni saranno dieci O, che saranno accompagnate dall'H solo in caso di eccellenza», chiosa Bill, che cede la parola al suo socio con un lezioso cenno della testa.
«Non ero d'accordo sulla scelta delle lettere, che ha appena spiegato Bill, perché mi sembrava un po' troppo gay o, almeno, di natura orgasmica. Ma poi quando ho pensato ai giornalisti tv che devono pronunciarlo o a quelli della carta stampata che devono scriverlo, mi sono reso conto del fatto che era una buona idea, che avrebbe attirato facilmente l'attenzione dei cittadini consumatori», esordisce Bob Stabile con il suo famoso tono in falsetto sempre al bordo di una crisi isterica, ma in realtà totalmente controllato.
«Il nostro è un gesto simbolico, visto che vorremmo semplicemente dare il la ad una nuova tendenza: tutti dovrebbero avere un'agenzia di rating per ridurre i grandi numeri della finanza a mera opinione. Sarebbe bello se presto la Francia avesse un rating di moda ooooooh (là là), l'Italia avesse un rating automobilistico brum-brum, e gli Stati Uniti d'America avessero il rating di Vasco al livello eeeh (già). Tutto ciò sdrammatizzerebbe la crisi del pianeta, che è esclusivamente finanziaria e non ha niente a che fare con il buon gusto della creazione reale delle idee, delle cose e dei concetti. Il buon gusto made in Italy dovrebbe riportare anche al buon senso planetario», conclude Bob, mentre nel loro atelier suona senza sosta Nessuno mi può giudicare di Caterina Caselli.