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lunedì 25 luglio 2011

Si può puffare di più

Dopo la minaccia di Lady Gaga ed Hello Kitty un nuovo pericolo incombe sull'umanità: la nuova alleanza tra Katy Perry e Puffetta. Pubblichiamo in anteprima l'editoriale di Vittoria Pagata Liberata, la direttrice di Libero con la condizionale (voci di corridoio affermano che sia l'alter ego femminile di Vittorio Feltri, ma sembra a dir poco offensivo accusare di travestitismo il direttore di un giornale serio come Libero: in realtà, si tratta di un progetto editoriale collegato con Libero con lo scopo di rappresentare l'aspetto più mondano di questo paradigma del giornalismo italiano), che ci spiega i legami tra gli adorabili esserini blu ed i "giovani incapaci di reagire".
Puffi 3D, molto 3D, anche troppo
«Molto presto nelle sale cinematografiche di tutto il mondo ci saranno i Puffi in 3D, le egualitarie creature blu, che tanto male hanno fatto alla più sana, virtuosa e viva ideologia liberista».
«Questi mostriciattoli comunisti torneranno ad invadere l'immaginario collettivo, mettendo a rischio l'integrità delle nuove generazioni: i giovani grazie al ritorno delle creazioni di Pejo potrebbero convertirsi in egoisti incapaci di reagire, pervasi dall'egotismo e dalla piu totale mancanza di solidarietà e spirito di sacrificio per gli altri pur di salvarsi dal Gargamella di turno o dalle grinfie di Birba. Riconoscendo che l'unione fa la forza, l'attitudine passiva dei Puffi, la perenne fuga dai pericoli, l'incapacità di sacrificare un Puffo Quattrocchi ed un Puffo Vanitoso (sicuramente i più antipatici) per salvaguardare l'intera specie fa di questi cartoni animati (o fumetti, o qualsiasi cosa essi siano) l'archetipo dei rammolliti pacifisti di sinistra, che in realtà vogliono arrivare alla salvezza senza mai essere propositivi nel senso di organizzare ed attaccare prima di essere colpiti dal nemico (sia esso un serial killer in una carneficina, un fantomatico terrorista o stato canaglia, un insieme di poveri, etc.)».
«Il fatto che una star internazionale come Katy Perry partecipi ad una nuova diffusione di questa annosa piaga vetero-marxista indica che vi è un piano per conquistare le nuove generazioni e far sì che si innamorino di un sistema comunitario, pressoché sovietico, che dovrebbe riportare l'attenzione sulla necessità di "fare comunità", come se un essere umano, purché ricco, non fosse capace da solo di sbrigarsela e di decidere il proprio destino, comprando sempre e comunque le "cose" semplicemente più care».
«Se tanto mi dà tanto, la doppiatrice italiana di Puffetta sarà la Serracchiani».

mercoledì 8 giugno 2011

Suicidi anonimi

Le dichiarazioni di Feltri e Mastella a proposito di eventuali suicidi in caso di successo elettorale di un avversario politico qualsiasi, quale può essere un Bersani o un De Magistris, hanno scatenato una rincorsa al nuovo trend in politica: la dichiarazione di suicidio. Domani si terrà a Milano (Via Cazzari, 23) il workshop intitolato "Togliersi di mezzo", in cui si discuteranno le nuove proposte relative al suicidio politico in Italia, che, secondo le direttive date dai giuristi e dai becchini organizzatori, potrà essere anonimo e anomico (quest'ultimo, secondo la dottrina di Durkheim).
Suicidio: forma d'arte polititica?
«C'è vero bisogno di dettare le regole sulla dichiarazione di morte politica» dice serioso, Mortimer Alutto.
«Non si può pensare che un politico o un giornalista possano dichiarare di togliersi la vita per poi non farlo, deludendo le persone che ci speravano».
«La regolamentazione sarà piuttosto snella: bisogna legiferare nel senso di una creazione delle SSA (Società Suicidi Anonimi), che dovrebbero gestire la morte volontaria di un vip in un paese in cui l'eutanasia resta comunque una materia non regolata», sostiene Lex Terminator, il grande giurista che dirige i lavori di questo workshop, «se qualcuno dichiara, quindi, di voler suicidarsi sotto la condizione sospensiva dell'altrui vittoria elettorale, vi saranno due opzioni possibili: applicare lo ius primae mortis, soluzione crudele ma equa, che dovrebbe consistere nell'eliminazione del prossimo congiunto più caro al dichiarantesi suicida; oppure garantire il suicidio del soggetto nel più totale anonimato e nella più completa assenza di norme (anomia), così come ci si aspetta da un paese civile. La morte, in ogni caso, sarebbe solo simbolica: la conseguenza reale sarebbe l'ostracismo del chiaccherone durkheimiano», conclude Lex, promettendo un'ulteriore approfondimento della materia qualora venisse presa in considerazione dal punto di vista legislativo.
«Speriamo che finisca presto questa danza macabra» commenta Memento Mori Schiattamorto, un brillante necroforo che terrà una relazione sul tema "Mors tua, vita mea in politica".