Il Seasteading Institute sta progettando di costruire in acque internazionali piccole isole mobili (strutture artificiali sul modello delle piattaforme petrolifere), sulle quali creare micronazioni con nuovi principi, tra i quali spiccherebbe la mancanza delle convenzioni morali e delle tasse. Questo lo si sapeva (è lunga la storia delle micronazioni libertarie), ma l'appoggio di un magnate come Peter Thiel, cofondatore di PayPal, spinge a prendere un po' più sul serio questa storia. Nel suo ultimo libro "Anche i ricchi si-isola-no", il celebre sociologo Prof. Sturm Und Drang, dell'Università del Brennero, analizza gli aspetti più importanti della vicenda, che prospetta un futuro in cui tutte le persone abbienti si trasferiranno in una micronazione qualsiasi per non essere più alla portata dell'opprimente democrazia occidentale.
Tutti vogliono vivere su un'isola |
«Le utopie allo stile della nota Christiania non avranno nessun futuro, perché basano la propria esistenza su principi nobili», legge il Prof., citando un passo del suo libro.
«Il vero futuro è in una distopia in cui tutti i ricchi vivranno in nonluoghi lontani dal resto dell'umanità, godendosi tutti i loro soldi. Ma quali sarebbero le conseguenze di questo ostracismo contemporaneo?»
«Gli scenari proponibili sono tre (i primi due di natura rivendicativa, il terzo di natura passiva): in primo luogo, il resto dell'umanità, composta dai poveri, potrebbe attaccare le varie enclavi di ricconi, cercando di prenderli alla sprovvista, perché probabilmente occupati a godersi la loro totale mancanza di morale. Tale scenario è di difficile realizzazione perché gli eserciti nazionali con tutte le armi disponibili nel pianeta sarebbero già stati comprati e posti a difesa dei vari seasteads»
«In secondo luogo, si potrebbe portare a termine una soppressione del denaro sul resto del pianeta, organizzando le macronazioni povere su nuove basi economiche. Anche tale opzione è difficilmente realizzabile, visto che non sono solo i soldi ad essere nella disponibilità dei "colonizzatori del mare", ma anche il know how per farne. Ciò vuol dire che i soldi (o qualsiasi loro succedaneo) finiranno sempre nelle mani delle stesse persone, visto che, tra l'altro, i poveri non saprebbero neanche cosa farsene».
«La terza ed ultima opzione consisterebbe nell'accettazione rassegnata di una situazione che rappresenterebbe solo ed esclusivamente la cristallizzazione dello status quo: è ovvio che il genere umano ha una tendenza naturale a soffrire al fine di alimentare pochi fortunati, che obiettivamente non traggono nessun vantaggio dal condividere la propria esistenza con i loro schiavi. Tanto vale godere dei frutti della schiavitù, persi nel bel mezzo dell'oceano ed immersi nel comfort più totale e nel lusso più sfrenato. Oggi isolarsi non è una scelta alla portata di tutti: ostracizzarsi sarà il prossimo status symbol».
Una volta conclusa la lettura, il Prof. ci invita a ricordare che tra tutti quelli che compreranno questa sua ultima opera verrà sorteggiato un posto di lavoro come addetto al trasporto di beni di prima necessità (escort, libri antichi e pomodori di Pachino, in prima istanza) verso il suo prossimo domicilio, un'isola artificiale nell'Oceano Indiano.