Visualizzazione post con etichetta italiani. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta italiani. Mostra tutti i post

venerdì 29 luglio 2011

Patente da vero italiano

Entra in vigore (forse) il famoso Accordo di integrazione tra lo straniero e lo stato, approvato ieri dal Consiglio dei Ministri, che introduce finalmente il celebre permesso di soggiorno a punti. Ci sono state alcune piccole modifiche che ci illustrerà bene Nigra Manderlay, la consulente di immigrazione e modernità del Governo.
La patente sarà in bianco e nero
«Abbiamo deciso di introdurre permessi di soggiorno di diverse tipologie, così come avviene per la patente di guida, che tra l'altro ha in fondo lo stesso meccanismo di fondo, cioè ricevere qualcosa con la promessa di togliertela se non fai come ti dico io (o se non rispetti la legge)», spiega Nigra.
«La differenza tra donne ed uomini, giovani ed adulti, belli e brutti, vengono riflesse in modo fedele nei vari tipi di patente da vero italiano, così come è facile riscontrare quanto sia diverso guidare uno scooter ed un camion».
«La Patente Giovane, ad esempio, è un documento indirizzato ai futuri italiani: l'esame da sostenere si baserà su due materie, ossia i reality (dimostrando di muoversi come quelli di Uomini e Donne, di conoscere le gesta di tutti i partecipanti del Grande Fratello e di essere fan di Amici ed ogni altro talent show) ed il linguaggio giovanile (evidenziata dal fatto di scrivere "che" con la forma già riconosciuta nei migliori forum, ossia "ke", senza considerare altri must come "ci 6", "cmq", "nn", "xò" e tanti altri ancora: riprodurre il linguaggio sms sarà presto la chiave per comunicare con un cittadino italiano dai 13 ai 32 anni, anche se non è un bimbominkia)».
«La Patente Bar Sport sarà il documento standard per i giovani uomini, che devono saper snocciolare i nomi di tutti i calciatori della Serie A con i moduli delle rispettive squadre. L'abc per discutere di calcio va integrato da cori da stadio (possibilmente offensivi e/o razzisti) e dall'avere un account attivo sulla Gazzetta dello Sport, fondamentale per dare la propria opinione, anche online, su qualsiasi tipo di sport, anche uno qualsiasi di cui non si sa assolutamente niente (metti il curling). In ogni caso, per ottenere il prezioso documento sarà di aiuto una certa somiglianza con Eto'o o Robinho».«»
«La Patente Bella Topa, infine, sarà alla portata di tutte le giovani immigrate che vogliono risiedere stabilmente in Italia, dando solo il meglio di se stesse a tutti i cittadini italiani in grado di permetterselo», conclude la Manderlay.

domenica 17 luglio 2011

Social Italian Change

Dopo la primavera spagnola si avvicina il turno di una stagione (a caso) italiana? Sembrerebbe di sì: a causa della polemica innescata da una manovra finanziaria brutale, che ricade esclusivamente sui meno abbienti, e dai costi della politica, in Italia c'è aria di rivoluzione, vera rivoluzione, come si deduce dalla proliferazione dei gruppi Facebook in materia.
Sarà il vero cambio italiano?
«Ho creato un nuovo gruppo FB Non c'è da cambiare l'Italia, ma la casta, un gruppo rivoluzionario e del tutto differente dagli altri», afferma Mimmo Scilipoti.
«Il cambio in Italia va guidato, non si può pretendere che un popolo abituato da secoli a subire ogni tipo di soprusi si trasformi in una massa rivoluzionaria: basterà dare piccoli ritocchi al concetto di casta per far sì che gli italiani tornino a guardare la loro classe politica con occhi diversi. Tutti, se lo vogliono, potranno entrare a far parte della casta, usufruendo dei suoi privilegi: basterà unirsi al gruppo!».
«Dietro a tutti questi gruppi Facebook si nasconde qualcosa di losco», confessa preoccupato Demo Crazia, il nostro esperto di politica in rete e di rete in politica, «è incredibile che si moltiplichino così velocemente, c'è qualcosa che non va».
Italia nel baratro? Facciamo gruppo
«Siamo di fronte ad un nuovo complotto del mondo politico ai danni dei cittadini, ma stavolta nelle reti sociali?» si domanda Demo.
«In molti rideranno di una così strana teoria, immaginando che l'incapacità dei vecchi politici di utilizzare i nuovi media (ma anche solo di spiegarli) sia tale da impedire una strategia in stile anonymous da parte loro. In realtà, i gruppi FB hanno un potere immenso: puoi scaricarci la tua rabbia e, nel mentre, cliccare su di un banner che ti vende un massaggio di un'ora ai piedi per soli 7 euro, il diversivo perfetto per smettere di pensare nella disastrosa situazione politica italiana. Se la religione è l'oppio dei popoli, il gruppo Facebook sarà la cocaina del popolo italiano: dà una sensazione di potere, accelerando il metabolismo, ma poi ti lascia com'eri prima (o anche peggio, a volte). L'estate italiana 2011 sarà così: tutti a proporre online, qualcuno a prendere le mazzate dal vivo, mentre il Bel paese cade inesorabilmente nel baratro», conclude Demo in un tenero afflato dall'infinita tristezza contemporanea.

domenica 10 luglio 2011

Associazione del non fare

La politica italiana è in grande subbuglio. La nascita della basilare associazione Fare Italia per una Costituente Popolare ed altri vari movimenti dei partiti politici italiani (da segnalare, ovviamente, l'iperattività del neosegretario del PdL, Alfano), stanno sconvolgendo la mappa dello status quo politico, generando grandi aspettative per il futuro del paese. In Italia sembra finalmente che le parole della politica ritornino ad una prospettiva fattiva.
Non cercare l'ultimo pezzo
«Tanto attivismo non si spiega in un paese come il nostro in cui la regola è lasciare sempre le cose così come sono», arguisce svogliato il fondatore del movimento Non Fare Italia, l'ignavo Tito Fancazzorum.
«Non Fare Italia non è un vero movimento, visto che ci si muove molto poco: in realtà, siamo a favore di una rivisitazione del darwinismo sociale (caduto troppo presto nel dimenticatoio, pur essendo in grado di spiegare l'italianità) e del ritorno dell'immobilismo più assoluto, tradizioni tipicamente italiane da recuperare di fronte alla minaccia della gente "del fare"».
«Se si continua così, si scoprirà che anche in Italia, come in molti altri paesi del mondo, si possono fare veramente le cose»
«Abbiamo un inno ed uno statuto (che, forse, è meglio chiamare la nostra To Do Not List delle cose che politicamente non faremo mai per evitare un'accelerazione innaturale dei meccanismi democratici): siamo pronti per iniziare una lunga stagione di dolce far niente, che dovrebbe restituire l'inerzia giusta al mondo politico italiano».