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venerdì 17 giugno 2011

Italia da abolire tramite referendum

Dopo il grandissimo successo di pubblico grazie a cui si è raggiunto il quorum per i quesiti referendari del 12 e 13 giugno 2011 e l'immediata presentazione del referendum sulla legge elettorale, la febbre da democrazia diretta si sta espandendo in modo pandemico.
Con un referendum, basta Italia
«Fra pochissimi giorni iniziamo con la solita raccolta delle firme» ci racconta il promotore nonché webmaster di aboliamol'italia.it.
«C'è da dire, però, che l'obiettivo non è quello di un normale referendum, perché in realtà quest'iniziativa è votata ad abolire l'Italia, intesa come Stato dal punto di vista giuridico», annuncia Demo Crazia con tono di sfida.
«Molti penseranno che sia una boutade, ma non lo è: abrogando un paio di norme qua e là possiamo dissolvere il Bel Paese. L'intenzione è trasformare l'intero territorio italiano in un'immensa No man's land dove l'unica legge è quella proudhoniana della coscienza privata e pubblica in grado da sola di regolare la convivenza di tutti gli individui senza incidere sulla loro libertà».
«Tale scenario anarchico scoraggerebbe qualsiasi italiano medio dal continuare a vivere in Italia, che si convertirebbe automaticamente in una regione geografica dove gli abusi ed i soprusi sarebbero banditi: molti italiani sarebbero mossi verso un naturale ostracismo ed esilio per il mero fatto di confrontarsi con la propria coscienza (o chi ne fa le veci)».
«Niente tasse, niente bandiere, niente armi: sarà questo il nostro motto. Tutti dipenderanno da tutti grazie al baratto di beni e servizi. Ovviamente non si tratterà di uno squallido do ut des: un primario opererà sapendo che, quando tornerà a casa per cenare, potrà mangiare i migliori prodotti in base al'applicazione semplificata del principio del bilancio partecipativo».
«Se tale progetto referendario non andasse in porto, ci resta un'opzione proveniente dal diritto internazionale: applicare il principio di autodeterminazione dei popoli, presente nella Carta delle Nazioni Unite, che permette ad un popolo di liberarsi dall'occupazione straniera. È da considerarsi tale (ovvero una forza nemica che sta occupando il territorio italiano) l'organizzazione massonica e mafiosa, che comunemente viene definita con il curioso termine di classe dirigente della politica italiana».

lunedì 13 giugno 2011

Rapito il cane blogger contro il regime berlusconiano

Misos (μίσος), il cane blogger più famoso d'Italia, nonché simbolo di tutti i cani gay del mondo (compreso Sparky) è stato rapito poche ore fa, ma stavolta è tutto vero (non come il rapimento-farsa della blogger siriana Amina Araf). Dopo anni di scritti antiberlusconiani, puntuali ogni giorno dopo l'immancabile passeggiata mattutina, ieri il blog uncanecontroberlusconi.blogpsot.com ha iniziato, come d'incanto, a tacere. «Forse sto diventando paranoico, ma penso che qualcuno voglia eliminarmi», scriveva Misos nel suo ultimo post del 12 giugno, «mi piacerebbe proprio riuscire a fare gli auguri di buon onomastico domani al mio padrone».
Creando scritti antibelrusconiani
«Misos viveva ormai da solo da anni nella dependance della mia villa», scrive Antonio, il suo padrone.
«Adorava scrivere un "pezzo" al giorno per criticare, censurare e condannare con poca o quasi nulla onestà intellettuale l'operato dell'attuale premier, anche perché era convinto che scrivere contro Berlusconi fosse il metodo migliore per ricevere tante visite e diventare così un blogger famoso».
«Il rapimento va preso sul serio: è già arrivata la richiesta di riscatto, cioè restituire il quorum appena ottenuto agli ultimi referendum per riavere indietro il cane vivo con l'hard disk esterno che contiene i suoi preziosi articoli», ci comunica il webmaster di siepersouncane.it, che, pur avendo avuto un primo contatto con i rapitori, spera che la solidarietà internazionale ed un paio di appelli online riescano a risolvere la situazione.
«È l'ennesima bufala! La conferma indiretta è data dalla pubblicazione della notizia del rapimento da parte dei più grandi giornali internazionali: il bisogno di eroi liberi, che propugnino idee libere in oscuri regimi dittatoriali (come quello italiano), crea automaticamente bufale a cui le persone vogliono credere per indignarsi e così sentirsi meglio», segnala Tom MacMaster.
«Potrebbe essere una trovata per vendere un nuovo cibo per cani, non lo sappiamo ancora. Per ora, sul profilo di Facebook di Misos, Cane Antiberlusconiano, si possono leggere appelli ed illazioni in uguale misura: forse non è un labrador, ma un'adorabile yorkshire terrier eterosessuale, dice qualcuno; non è un cane, ma una tartaruga ninja ribelle che viveva nell'acquario di Minzolini e che ora si sta vendicando dileggiando le trovate estemporanee del padrone del suo ex padrone, scrivono altri», ci spiega il nostro esperto di viral marketing, l'immancabile Professor Brainstorming.