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mercoledì 6 luglio 2011

Posizione corretta del giornalismo

Proprio oggi il brillante critico tv Aldo Grasso ha coniato un curioso ed icastico neologismo, lo schienadrittismo, per fare riferimento alla libertà effettiva di un giornalista, che sarebbe direttamente proporzionale alla sua capacità di mantenere "la schiena dritta" dinanzi alle richieste di un editore.
Le reazioni a tale trovata non si sono fatte attendere.
Giornalisti liberi o meno ai raggi X
«La famosa cifosi del giornalista, è una delle più importanti malattie professionali, un po' come il gomito del tennista», ci spiega una brava ortopeda come Mariacolonna Scoliosis.
«La schiena spezzata dal lurido peso della disinformazione,  l'atteggiamento supino nei confronti di improbabili strutture delta, la posizione standard sotto il tavolo della redazione: queste sono le cause della malattia. I sintomi più frequenti sono l'incapacità di dire la verità come nel film Bugiardo bugiardo con Jim Carrey, la grande snodabilità ossea tendente al contorsionismo ed alla genuflessione dinanzi ad ogni tipo di ricchi e potenti politici, l'atrofizzazione della colonna vertebrale fino alla sua sparizione (a seguito della quale in molti cominciano a dire al malato "non hai spina dorsale"). Al momento non si conoscono cure, anche perché dipende dalla somatizzazione del paziente e dalla sua avidità in lotta con l'articolo 21 della Costituzione Italiana».
«In realtà, una cura ci sarebbe», ci fa sapere il Prof. Quasimodo Drizzaspalle, titolare della cattedra di traumatologia applicata all'informazione presso l'Università degli studi di Gobbi, «si tratta di un busto da me recentemente brevettato, il QuintaColonnaDritta: si tratta di un insieme di giornali, riviste, fanzine e pubblicazioni di ogni altro genere a carattere rivoluzionario, che, opportunamente assemblati, riescono a mantenere la schiena dritta a qualsiasi giornalista. Un particolare meccanismo di questo prodigio della scienza fa sì che la lingua resti al posto suo.
Presto sarà in commercio e lo lanceremo con lo slogan: "Mentana e Santoro litigano solo per stabilire chi ha iniziato ad usare prima il QuintaColonnaDritta"».

lunedì 4 luglio 2011

Delta Force, forse

Da giorni si fa un gran parlare della struttura Delta, ovvero la misteriosa task force che avrebbe messo su Berlusconi per controllare l'informazione nelle reti pubbliche. Partendo dal presupposto che ogni governo che si rispetti controlla spietatamente la disinformazione del proprio paese, non ci si può non chiedere quale sia la sottile linea di discrimine, la variabile Δ, che separa informazione e disinformazione.
Struttura Delta? Ma cos'è?
«È stata istituita una nuova task force per debellare il fenomeno: sarà la Delta Force, la cui missione è liberare l'informazione pura e libera dalla prigionia in cui la mantengono i cattivi della struttura Delta», spiega il noto e sempre protagonista Colonnello Sgamotutto a capo del gruppo speciale per la liberazione dell'informazione.
Sarà, però, Lui Ti Vi, uno specialista cinese in complotti mediatici, che da anni vive in Italia, a guidare le operazioni grazie alle idee sviluppate nel think tank TV Pubblica Privata della Libertà (che dà anche il nome all'operazione ed al workshop del quale riportiamo le conclusioni) su incarico della Lei.
Ci penserà la Delta Force?
«L'Equazione di Price è la migliore chiave di lettura: WΔZ» afferma Lui.
«Forse qualcuno ha visto il film omonimo e sa bene di cosa parlo: l'essere umano è per natura egoista, l'altruismo non forma parte della selezione naturale. Siamo tutti obbligati a scegliere tra il tornaconto personale (e quello delle persone a noi vicine, per un motivo o per un altro) ed il bene comune: la scelta ricade sempre e comunque sul proprio interesse e ciò è giustificato dal punto di vista genetico dalla necessità della continuazione ed evoluzione (od involuzione) della specie: voi cosa scegliereste tra un'informazione trasparente e corretta, che vi pregiudica o vi apporta qualsiasi tipo di danno, e riportare la verità in modo lacunoso e comunque consono ai propri interessi? La risposta ovvia è la struttura Delta, Δ come la variabile della disinformazione egoista che va combattuta».
«Basta RaiSet, servono Rai e Mediaset: la prima per fare un po' di cultura e lottare contro la mutazione antropologica pasoliniana, la seconda per fare da contraltare sviluppando il suo ruolo di cattiva maestra popperiana. Non sono sicura di quello che ho detto, ma penso di aver letto bene l'opuscolo dell'Opus che ho tra le mani», risponde Lei.

mercoledì 9 marzo 2011

Commentare articoli: presto sport olimpico

Nessuno lo credeva possibile, ma il CCIO (Commissione Corrotti Internazionali Olimpici, che si occupa di approvare i nuovi sport olimpici e di intascare mazzette) ha annunciato che il sogno di milioni di lettori di giornali sportivi e non, nonché di forum e blog, presto diventerà realtà.

Commentare le imprese sportive dei nostri beniamini senza aver mai fatto sport o dare la propria opinione tecnica sull'ultima legge approvata dal Parlamento italiano senza essere mai stato neanche assessore comunale, sarà possibile già alle Olimpiadi brasiliane di Rio de Janeiro 2016.

Agonismo puro nel commenting
«È una grande conquista per le persone che commentano tutti i santi giorni le notizie sulle edizioni online dei giornali sportivi, anche se in un forum ho letto che è possibile scrivere commenti su altri giornali di cui non conosco l'utilità» dichiara emozionato cuorenerazzuro1978, che aggiunge «Mi sto già allenando a tempo pieno. Per esempio, oggi ho scritto "Vittoria schiacciante dei Lakers sui malcapitati Cleveland Cavaliers"  nei commenti NBA della Gazzetta ed ho anche inaugurato il thread corrispondente: evidentemente sono veloce e scrivo bene».

Il webmaster di www.tantoper.it ci segnala i problemi connessi alla pratica del commento libero a ciò che scrivono i professionisti della carta stampata o gli scrittori quasi-professionisti dei migliori blog o forum: «Ormai vengono trascurate intere famiglie per passare più tempo davanti allo schermo di un computer e sommare punti-esperienza agli occhi degli altri utenti grazie alla maggiore presenza online. Un altro fenomeno preoccupante è il doping: migliaia di utenti inizieranno ad usare iniezioni di Wikipedion o di Treccanus per simulare una maggiore conoscenza degli argomenti o per essere semplicemente più persuasivi nelle proprie argomentazioni».

«Se il frisbee ed il fistball (da non confondere con il fisting) fanno già parte del programma degli sport dei Giochi Mondiali (anticamera naturale per entrare nel novero dei Sport Olimpici), non si capisce l'opposizione a questa brillante idea: se lo sport è competere secondo le regole, mettendo alla prova le proprie capacità psico-fisiche, allora il "commenting" si deve considerare uno sport a tutti gli effetti in cui vince chi ha la migliore connessione adsl e riesce ad ottenere il maggior numero di adepti per la propria teoria sulle varianti offensive del 3-5-2», dichiara soddisfatto forzamagicocatanzaro84, un esperto di commenting, che intende restare anonimo, soprattutto dopo l'incidente che lo ha costretto in ospedale dopo 15 giorni consecutivi guardando partite di calcio ed incontri di curling, scrivendo opinioni e toccandosi contemporaneamente.