Essere un leader politico importante ha i suoi pro ed i suoi contro: in questi giorni mi offendono molto per strada come se fossi una Rita Dalla Chiesa qualsiasi.
La mia colpa sarebbe quella di vendere il mio voto al miglior offerente in Parlamento, dicono i giornali (che io non leggo, ma pago una persona per farlo e per poi spiegarmene il contenuto). Senza dubbio, c'è un equivoco, dovuto al fatto che il pubblico interpreta male l'articolo della Costituzione di cui ho già parlato.
La Costituzione mi autorizza a fare quello che voglio del mio posto in Parlamento senza consegne da parte di un partito o degli elettori. Anzi, se ce ne fosse bisogno, si fonda un nuovo partito per appoggiare esternamente governo ed opposizione, ricevendo, già che ci siamo, anche un po' di finanziamenti pubblici.
Bisogna essere liberi, la libertà è l'unico motivo per vivere: la vita è bella, quando uno è libero.
Ed onestamente (un avverbio che mi piace molto) io sono libero grazie al fatto di avere un posticino fisso in Parlamento.
Mi domando come sia possibile che la gente si lamenti tanto del fatto di non trovare un posto fisso, a me sembra veramente facile: lo pensavo proprio oggi durante una seduta in Parlamento, notando come fosse pieno di gente impegnata a fare il proprio lavoro. In realtà, il pienone era dovuto ad un'importante votazione su un provvedimento in materia di giustizia, non ne so molto di più.
Sapevo solo di non poter mancare, visto che uno dei miei aveva in gioco un nuovo posto da sottosegretario.
Nella mia dichiarazione di voto avevo ricevuto molti applausi (ecco un pro di essere un grande leader), all'uscita dal Parlamento avevo ricevuto due numeri di telefono per trascorrere allegramente la sera (eccone un altro): mi piace "venire" sui volti delle giovani bionde che entrano nel pacchetto dell'ultimo accordo che ho stretto proprio ieri.
La mia colpa sarebbe quella di vendere il mio voto al miglior offerente in Parlamento, dicono i giornali (che io non leggo, ma pago una persona per farlo e per poi spiegarmene il contenuto). Senza dubbio, c'è un equivoco, dovuto al fatto che il pubblico interpreta male l'articolo della Costituzione di cui ho già parlato.
La Costituzione mi autorizza a fare quello che voglio del mio posto in Parlamento senza consegne da parte di un partito o degli elettori. Anzi, se ce ne fosse bisogno, si fonda un nuovo partito per appoggiare esternamente governo ed opposizione, ricevendo, già che ci siamo, anche un po' di finanziamenti pubblici.
Bisogna essere liberi, la libertà è l'unico motivo per vivere: la vita è bella, quando uno è libero.
Ed onestamente (un avverbio che mi piace molto) io sono libero grazie al fatto di avere un posticino fisso in Parlamento.
Mi domando come sia possibile che la gente si lamenti tanto del fatto di non trovare un posto fisso, a me sembra veramente facile: lo pensavo proprio oggi durante una seduta in Parlamento, notando come fosse pieno di gente impegnata a fare il proprio lavoro. In realtà, il pienone era dovuto ad un'importante votazione su un provvedimento in materia di giustizia, non ne so molto di più.
Sapevo solo di non poter mancare, visto che uno dei miei aveva in gioco un nuovo posto da sottosegretario.
Nella mia dichiarazione di voto avevo ricevuto molti applausi (ecco un pro di essere un grande leader), all'uscita dal Parlamento avevo ricevuto due numeri di telefono per trascorrere allegramente la sera (eccone un altro): mi piace "venire" sui volti delle giovani bionde che entrano nel pacchetto dell'ultimo accordo che ho stretto proprio ieri.
COMUNICAZIONE DI SERVIZIO
Questo è un racconto in sette puntate, scritto nella notte del 22 aprile 2011.
Un avviso è d'obbligo: ogni riferimento a fatti o persone realmente esistenti o esistiti è puramente casuale.
Sarà facile trovare le varie puntate, semplicemente cercando e cliccando sulla tag solitudine responsabili primi.
Non sarà possibile commentare, visto che durante questa settimana sarò assente (l'ultima puntata, quella del 30 aprile, sarà commentabile).
Ribadisco che questo piccolo progetto mi sta molto a cuore, come già ho fatto in un'altra occasione.
Propongo di nuovo una piccola iniziativa per far crescere questo blog, creando i presupposti per convertirlo in un luogo dove sviluppare idee, sebbene il punto di partenza sia solo un abbozzo di satira.
Se ti piace quello che leggi, ti suggerisco di copiare ed incollare il link di questo pezzo (o di uno che ti è piaciuto) in un'email da mandare a persone con una sensibilità affine alla tua (alla nostra, diciamo) o semplicemente farlo girare sulle reti sociali.
In poche parole, vorrei essere presentato a persone che forse potrebbero apprezzare le cose che scrivo.
Faccio affidamento, in particolare, sulle persone (followers e non) che mi seguono tutti i giorni in questa nuova avventura pseudo-letteraria.
Grazie
Grazie