lunedì 21 marzo 2011

ONU e crocifisso

L'ONU non era mai stata tanto produttiva né efficace in tutta la sua storia. Dopo la sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo (che si sta attrezzando anche per i diritti delle donne) relativa alla presenza del crocifisso in classe, che argomenta come "non ci siano elementi sufficienti a provare la supposta influenza sugli alunni dell’esposizione del crocifisso nelle aule" (alla parola supposta alcuni giudici hanno temuto che si parlasse di problemi costituzio-anali), è stata preparata una nuova risoluzione per appoggiare questa ennesima "crociata". Tutte le scuole che non esporranno questo simbolo religioso entreranno a far parte di una bella No Fly Zone per essere successivamente bombardate. 
Gesù, gegiù, geppiù?
Tante le reazioni del mondo della scuola. «Oh, my God!», non ha potuto fare a meno di esclamare ad alta voce una scandalizzata ed impaurita Tina Swan, maestra di English for you della Scuola Media Parificata "Cuore Santissimo di Gesù in Croce", non sapendo che nella sua, di scuola, non ci saranno problemi, visto il nome.
In una recente intervista, bisogna ricordarlo, Gesù si è opposto all'uso del crocifisso, affermando che non gli piace che la sua immagine sia associata alla sofferenza e che normalmente «stare in croce comporta avere una brutta cera. Ed in ogni caso a fare risoluzioni siamo buoni tutti...»
Nel mentre, l'ONU continua a darsi da fare: ci sarà una nuova risoluzione che minaccerà bombardamenti sulle case di tutti gli italiani, che cambiano canale subito dopo il TG1, visto che si considera "Qui Radio Londra" «come un programma a favore della libertà», si può leggere nella sua vaga formulazione giuridica.

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