giovedì 29 settembre 2011

Case chiuse, chiese chiuse

Dopo le polemiche roventi degli ultimi giorni tra esponenti di spicco della Chiesa, che evidenziavano il clima immorale della politica italiana, e qualche politico, che forse, sentitosi chiamato in causa, ha deciso di rispondere per le rime, non stupisce il progetto di legge presentato oggi dall'On. Accia Donn (come sempre aiutata dal suo consulente spirituale, Don Cazziemazzi, fratello di un famoso esperto di marke- ting politico, anche lui consulente di molti politici), che punta a modificare la L. 58/75 (meglio conosciuta come Legge Merlin).
«Basta con le ingerenze della Chiesa, la chiudiamo. O forse è più corretto dire che in Italia si dovrà richiudere su se stessa, perdendo il proprio peso politico. Non si può tollerare che leader spirituali (normalmente amici, ma si sa com'è, forse pensano che vinceranno quegli altri alle prossime elezioni) critichino leader politici: di questo passo, ci daranno consigli anche su quale squadra di calcio tifare», afferma indignata la procace deputata del Gruppo Misto Responsabile Amico di Tutti.
Ricorda la Minetti: si potrà vedere in una chiesa chiusa
«Aggiungendo l'articolo 16 al corpo della legge, si creerà l'istituto della "chiesa chiusa" (non ci si riferisce alla sua storica mancanza di apertura verso il progresso). In una chiesa chiusa il personale religioso potrà svolgere tutte le sue solite attività (comprese quelle con i più giovani) senza aprirsi al mondo esterno: nessuno potrà dare più opinioni su di loro, ma la religione non potrà più dare opinioni sulla vita politica e sociale del paese. Così imparano a sparare a zero, parlando di aria impura in Italia. Ora la purezza passerà ad essere un interesse di uno Stato laico, che saprà purificare tutto quello di cui c'è bisogno per soddisfare i cittadini. La norma di chiusura dell'art. 15 farà sì che questa legge si imponga su ogni altro tipo di normativa, abolendola. Ovviamente si parla solo di opinioni, i fatti saranno ben altro: in questo paese la parola censura non dovrebbe neanche essere pronunciata», conclude soddisfatta la Donn con un atteggiamento censuratore.

mercoledì 28 settembre 2011

Il paradosso del comma 29

"Il paradosso del comma 29" verrà presentato domani, presso la Libreria "Bavaglio Erotico" in Via Censori, Roma, con la presenza del suo autore, Giuseppe Infernatore (pseu- donimo che è un omaggio al grande scrittore di Comma 22). Questo instant book ha il pregio di spiegare quasi in diretta come funzionerà la censura online in Italia nei prossimi tempi e, soprattutto, quali saranno i vantaggi della stessa.
«Il paradosso di cui si parla nel libro è semplice: non deve essere affermato qualcosa che in realtà non può essere detto. Molti parlano di censura, ma forse a sproposito: siamo nell'ambito del metalinguaggio, che con il tempo verrà codificato, aprendo la porta ad un nuovo modo di fare opinione o informazione. In futuro basterà cambiare i nomi dei diretti interessati per raggiungere la radice ontologica di qualsiasi discorso, tornando così ad usare il logos puro, che può dare una visione molto più precisa e filosofica della realtà», argomenta Giuseppe in modo arzigogolato.
«In parole povere, scrivere Belluscone al posto di un nome a caso garantirà una maggiore libertà di espressione a tutti grazie all'uso della metafora e degli pseudonimi in ogni mo- mento. Forse nel resto del mondo rideranno di noi, ma a lungo andare l'Italia tornerà ad essere il paese della creatività a partire già dal linguaggio. Spero che il paese non perderà questa occasione!».
Cosa avranno fatto di male, i blog, per ucciderli?
«Facendo il verso ad una brillante analisi psicopolitica sull'Italia, che poteva essere letta in queste pagine proprio ieri, l'obiettivo finale di queste norme liberticide è creare una vera e propria schizofrenia online da blogger, ovvero una dissociazione delle persone che scrivono (per i motivi più vari) da quello che scrivono. L'eventuale danno economico provocato al povero blogger (attraverso multe, pignoramen- ti Equitalia o ius primae noctis Soris) non si potrà mai para- gonare al dolore lancinante che sente una persona allo scrivere la propria opinione su un tema per poi doversela rimangiare», confessa Demo Crazia, un paladino del con- fronto democratico online con un'aria visibilmente affranta, ma con il classico piglio di chi non si darà mai per vinto, mentre prepara un intervento molto polemico per la presentazione di domani.