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sabato 16 luglio 2011

Ticket contro l'Obamageddon

Obama è alle strette, visto che si avvicina per la sua amministrazione il momento del default, che proprio in questi giorni non ha esitato a definire come un Armageddon, una vera e propria fine del mondo. La grande idea della reintroduzione dei ticket sembra, però, potersi trasformare nell'asso nella manica del presidente Usa.
Ha vinto un Nobel, saprà fare soldi?





«Dall'altro ieri è allo studio la possibilità di creare una specie di rimborso una tantum delle spese militari dei poveri Stati Uniti d'America, il Freedom Ticket, un ticket internazionale che tutti dovranno pagare agli USA per mantenere intatti i valori della comunità internazionale che gli Usa difendono da anni con le armi che producono, facendo guerre a destra e a manca», commenta Moneymaker Threemountains, il miglior consulente del presidente in materia economica, «abbiamo preso ispirazione dall'ultima manovra italiana e dall'operato del brillante Ministro Tremonti».
«Ogni volta che bombardiamo un paese nemico, governato da dittatori nemici, che forse ospita terroristi nemici (ovviamente il concetto di nemico va contestualizzato a seconda dell'epoca in cui si vive), tutti i paesi della NATO dovranno darci 100 milioni di dollari ciascuno, visto che il nostro intervento garantisce la loro libertà. Da domani iniziamo con gli arretrati, così potremmo raccogliere i soldi per ripianare il debito Usa e magari invadere buona parte dell'Asia», conclude Threemountains.
«Non bisogna accettare questo ricatto! Anni di cattiva gestione dei soldi pubblici non devono essere risanati dall'intervento delle vittime della stessa. Interverremo facendo saltare il sistema informatico con il quale tutti gli stati cercheranno di pagare attraverso Western Union o PayPal», si può leggere in una pagina criptata di Wikileaks e/o Anonymous.

domenica 6 marzo 2011

La mimosa è in via d'estinzione

Si avvicina la Giornata Internazionale della Donna, ma è allarme per i fiorai di tutta Italia. Più o meno metaforicamente sembra che la mimosa si estinguerà in poco più di due giorni.

Le incerte condizione climatiche del Belpaese hanno quasi del tutto distrutto i bei fiori dell'Acacia Dealbata ed ora tutti si domandano: si potrà celebrare la Festa della Donna senza questi orribili fiori gialli? I fiori in questione hanno un odore pungente ed un colore che danneggia seriamente l'occhio maschile, secondo uno studio congiunto delle Università di Fleurs du mal de Paris e Pollena Trocchia sugli effetti dei fiori sul corpo umano. La Professoressa Libera Cazzata ci spiega meglio: «Gli uomini sono degli insensibili, pensano sempre a quella cosa lì e dicono che le mimose puzzano. Immaginavamo che lo scarso affetto per i fiori che tanto piacciono a noi donne fosse una scusa qualsiasi come il fatto di causarsi fratture agli arti nel periodo dei saldi, ma abbiamo scoperto degli ormoni che impediscono all'essere umano di sesso maschile di restare nella stessa stanza di un mazzolino di mimose senza sentire una gran voglia di vomitare».

Mimosa o complotto?
Tali studi scientifici vengono però superati dalla realtà: la mimosa è quasi già del tutto scomparsa.

In realtà, si tratta di un complotto mondiale, ordito per abbattere il "potere dei fiori" (meglio noto come Flower Power) ed anticipare la fine del mondo prevista per il 21 dicembre 2012, quando spirerà il tredicesimo Baktun del Calendario Maya.

Le fonti sono più che attendibili, visto che è tutto pubblicato in www.lafinedelmondo.it, il sito dove si affrontano temi scottanti come il rapporto fra gli avvistamenti ufo e la decadenza della televisione pubblica italiana.

Vediamo, quindi, il rapporto tra le mimose e la fine del mondo: l'8 marzo si riverseranno nelle strade italiane milioni (o miliardi, non si ancora bene) di donne, riprendendo l'iniziativa del 13 febbraio (per saperne di più, guarda il precedente articolo). I fiori gialli, in realtà, fungevano da tranquillante psichico  per evitare che le donne si rendessero conto di come agire concretamente per rivendicare i propri diritti. La mancanza del tipico fiore giallo manderà in tilt i cervelli delle manifestanti, abituate ad associare il risveglio della primavera con il risveglio della cosienza femminile. Il timore ingenerato da queste manifestazioni è che le donne non prestino più il proprio corpo a relazioni sessuali a causa della famosa statistica del pollo di Trilussa (ribattezzata della "patata di Silvio", per cui a qualcuno toccano molte patate, magari pagando, privando molti altri del piacere di sgranocchiarne una, sebbene dal punto di vista statistico risulta che ogni uomo sia provvisto di questi tuberi in casa). Tale processo scatenerebbe una rivoluzione in Italia, che si estenderebbe rapidamente al resto del mondo grazie allo slogan dell'associazione la Patata di Vanessa "fritta o lessa, me la tengo per me stessa".
Il pianeta nel giro di pochi giorni non sarà più come lo conosciamo: verrano distrutti il calcio, le auto sportive ed i film porno! La fine della civiltà, così come la conosciamo: ci attende il matriarcato a causa di un complotto internazionale ben riuscito.

In un esclusivo documento declassificato, sottratto agli archivi della Patata di Vanessa, a nostra disposizione si può leggere: "Non ci piacciono i fiori, non ci piace essere gnocche per ottenere cose, anche se invidiamo chi lo fa. Cerchiamo di rispettare il nostro inno: siamo donne, oltre le gambe c'è di più".

Tale teoria della cospirazione risulta essere la più attendibile fin dai tempi del Millennium Bug del 2000.