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lunedì 26 settembre 2011

Lancio sedia Ikea per Travaglio

L'ultima apparizione tv di Marco Travaglio a Che tempo che fa ha come sempre accaparrato l'attenzione di milioni di telespettatori assetati di buona informazione con un tocco d'ironia. Il dettaglio più importante della sua performance non è passato inosservato agli occhi dei creativi Ikea: Travaglio era seduto su un bel pouf bianco, che già si è convertito in un oggetto di studio degli esperti. 
Stol Bord, a capo del Dipartimento di idee accattivanti Ikea per l'Europa, ci spiega quale sarà la strategia della sua azienda in merito agli elementi di arredo che vorranno avere perlomeno tutti i lettori del Fatto Quotidiano.
«Abbiamo in rampa di lancio un nuovo prodotto: il Travaglianstad, che potete vedere rappresentato qui sotto, il pouf per tutti quelli che vogliono avere sempre Travaglio come ispirazione anche nel salone di casa propria. Sarà un best seller di questo autunno: la gente si è resa conto del fatto che essere seduti in una posizione relativamente scomoda, senza uno schienale su cui appoggiarsi, favorisce la concentrazione, visto che è un rimedio naturale contro l'eccesso di rilassamento», sottolinea Stol con un perfetto italiano.
«Un declamatore di invettive non può stare rilassato, ma deve avere la giusta tensione per poter essere arguto ed ingenioso in ogni momento per informare ed intrattenere il pubblico: lo schienadrittismo è il sale dell'infotainment».
Sarà un pouf a risvegliare lo spirito critico degli italiani?
«Per tutti i primi 12.000 acquirenti di questo innovativo articolo di design, che farà furore nei migliori salotti (in cui non si disprezzano né i buoni argomenti, né una piacevole decorazione d'interni), ci sarà un regalo da non perdere: l'opera omnia di Travaglio, rilegata in betulla svedese ed autentica simil-pelle di renna, oltre ad una razione di dieci chili di Köttbullar, le famose polpette svedesi con il gusto speziato che può essere ritrovato in qualsiasi intervento travagliesco», dichiara in anteprima Bord.

mercoledì 6 luglio 2011

Posizione corretta del giornalismo

Proprio oggi il brillante critico tv Aldo Grasso ha coniato un curioso ed icastico neologismo, lo schienadrittismo, per fare riferimento alla libertà effettiva di un giornalista, che sarebbe direttamente proporzionale alla sua capacità di mantenere "la schiena dritta" dinanzi alle richieste di un editore.
Le reazioni a tale trovata non si sono fatte attendere.
Giornalisti liberi o meno ai raggi X
«La famosa cifosi del giornalista, è una delle più importanti malattie professionali, un po' come il gomito del tennista», ci spiega una brava ortopeda come Mariacolonna Scoliosis.
«La schiena spezzata dal lurido peso della disinformazione,  l'atteggiamento supino nei confronti di improbabili strutture delta, la posizione standard sotto il tavolo della redazione: queste sono le cause della malattia. I sintomi più frequenti sono l'incapacità di dire la verità come nel film Bugiardo bugiardo con Jim Carrey, la grande snodabilità ossea tendente al contorsionismo ed alla genuflessione dinanzi ad ogni tipo di ricchi e potenti politici, l'atrofizzazione della colonna vertebrale fino alla sua sparizione (a seguito della quale in molti cominciano a dire al malato "non hai spina dorsale"). Al momento non si conoscono cure, anche perché dipende dalla somatizzazione del paziente e dalla sua avidità in lotta con l'articolo 21 della Costituzione Italiana».
«In realtà, una cura ci sarebbe», ci fa sapere il Prof. Quasimodo Drizzaspalle, titolare della cattedra di traumatologia applicata all'informazione presso l'Università degli studi di Gobbi, «si tratta di un busto da me recentemente brevettato, il QuintaColonnaDritta: si tratta di un insieme di giornali, riviste, fanzine e pubblicazioni di ogni altro genere a carattere rivoluzionario, che, opportunamente assemblati, riescono a mantenere la schiena dritta a qualsiasi giornalista. Un particolare meccanismo di questo prodigio della scienza fa sì che la lingua resti al posto suo.
Presto sarà in commercio e lo lanceremo con lo slogan: "Mentana e Santoro litigano solo per stabilire chi ha iniziato ad usare prima il QuintaColonnaDritta"».