martedì 26 aprile 2011

La solitudine dei responsabili primi - Capitolo 3

Avevo le mani legate, una benda sugli occhi ed un bavaglio sulla bocca, ma me l'aspettavo. Che ironia, il bavaglio! Avevo appena votato la cosiddetta "legge bavaglio" (non so perché la chiamavano così), portando in dote la bellezza di 7 voti. Il risultato erano stati gli immediati complimenti del premier nell'edizione serale del tg: «Responsabile è il miglior parlamentare della storia della Repubblica Italiana, visto che capisce la politica come pochi».
Come si può notare, non si era sparsa ancora la voce del mio sequestro.
Ebbene sì, ero stato sequestrato subito dopo la votazione, a pochi metri dal Parlamento. Non avevo la scorta e si notava.
Le trattative per la mia liberazione erano state oltremodo facili (me le guardavo spesso durante le mie notti insonni grazie ad un DVD che mi avevano registrato, quando il consumo eccessivo di cocaina non mi lasciava dormire).
I mie tre rapitori avevano fatto pervenire le loro richieste direttamente al Premier ed avevano ottenuto tutto quello che volevano: il primo avrebbe partecipato al Grande Fratello, il secondo sarebbe stato candidato alle prossime elezioni regionali in Lombardia ed il terzo, infine, sarebbe entrato a far parte dello staff di una squadra di calcio di Serie A.
D'altronde, sebbene la mia prigionia fosse durata due mesi, le richieste in questione non erano arrivate prima dello scadere del cinquantaduesimo giorno del rapimento. Era avvenuto tutto secondo i miei piani: avevo potuto vivere un vero sequestro di persona, ero dimagrito 15 chili perché i miei carcerieri mi alimentavano poco (rientrava nell'accordo che avevamo) ed avevo piazzato tre piccoli futuri malavitosi nello star system italiano, che erano anche figli di tre miei vecchi ed importanti elettori, le cui famiglie mi avevano apportato sempre un sacco di voti.
In più, mi ero anche convertito in un eroe popolare, che aveva resistito ad un sequestro di persona da parte di una pericolosa banda terrorista con fini terroristi e con rivendicazioni politiche a cui lo Stato non aveva ceduto: insomma, un successo su tutta la linea.



COMUNICAZIONE DI SERVIZIO
Questo è un racconto in sette puntate, scritto nella notte del 22 aprile 2011.
Un avviso è d'obbligo: ogni riferimento a fatti o persone realmente esistenti o esistiti è puramente casuale.
Sarà facile trovare le varie puntate, semplicemente cercando e cliccando sulla tag solitudine responsabili primi.
Non sarà possibile commentare, visto che durante questa settimana sarò assente (l'ultima puntata, quella del 30 aprile, sarà commentabile).

Ribadisco che questo piccolo progetto mi sta molto a cuore, come già ho fatto in un'altra occasione.
Propongo di nuovo una piccola iniziativa per far crescere questo blog, creando i presupposti per convertirlo in un luogo dove sviluppare idee, sebbene il punto di partenza sia solo un abbozzo di satira.
Se ti piace quello che leggi, ti suggerisco di copiare ed incollare il link di questo pezzo (o di uno che ti è piaciuto) in un'email da mandare a persone con una sensibilità affine alla tua (alla nostra, diciamo) o semplicemente farlo girare sulle reti sociali.
In poche parole, vorrei essere presentato a persone che forse potrebbero apprezzare le cose che scrivo.
Faccio affidamento, in particolare, sulle persone (followers e non) che mi seguono tutti i giorni in questa nuova avventura pseudo-letteraria. 
Grazie