sabato 20 agosto 2011

Le mani nelle tasche del Papa

Arriva su internet l'onda lunga della crisi che intende abbattersi sul Vaticano con la fondazione dei soliti gruppi Facebook. Il motivo è, senza dubbio, valido: spingere la classe politica a togliere i privilegi da casta alla Chiesa, se almeno non può togliersi i propri. I soliti bene informati prevedono che nella messa finale della giornata della gioventù, che si terrà domani a Madrid, il Papa Benedetto XVI farà un annuncio epocale: Città del Vaticano diventerà ufficialmente un vero paradiso, un paradiso fiscale, con un'eventuale cambio di sede della Santa Sede. Ce ne parla il Profesor Jesús Desalmado, esperto spagnolo in tutte le cose relative all'anima ed alla loro influenza sulle cose del mondo.
Ecco il vero "paradiso" fiscale
«Sì, il Papa vorrebbe andare via dall'Italia», in verità ci dice Jesús.
«È preoccupato per il notevole accanimento contro la Chiesa dei poveri, la cui sola colpa sarebbe quella di alloggiare gratis nello stato italiano senza pagare le tasse e mangiandosi una parte delle tasse degli italiani. Si starebbero creando i presupposti per vivere una nuova Crisi Calabiana, che potrebbe portare a nuove leggi Siccardi e Rattazzi, fiore all'occhiello dell'Italia che fu (per non parlare della famose leggi eversive)».
«Ovviamente i suoi timori vengono acuiti nel paese in cui si è inventata la desamortización, il metodo spagnolo che meglio ha funzionato nel corso della Storia per privare le organizzazioni religiose cattoliche dei loro beni, decretando la fine di anni di manomorta (forse bisognerebbe meglio intervenire ai nostri tempi per debellare ben altro tipo di mano morta)».
«La cosa più probabile è che il Vaticano emigri a Niue o su qualche micronazione creata dal nulla per portare il Paradiso in Terra, cioè il paradiso fiscale in terra di nessuno. La nuova collocazione fisica della Chiesa servirebbe a ricreare un alone di santità e ad alimentare il turismo cristiano in Oceania, dove verrebbero trasferiti, pezzo a pezzo, tutti gli immobili siti nell'attuale Città del Vaticano. Tutto il resto dei beni ecclesiastici diverrebbero di proprietà dello Stato, che probabilmente li venderebbe immaediatamente, come mi ha confermato il mio amico antiquario Faust Mefisto, che ha in mente di trasformare una serie di chiese in una catena di agriturismo», conferma Jesús.
«"L'Italia è uno stato aconfessionale a chiacchiere", questa è la definizione che ho dato io a questa vicenda nel mio famoso libro "Date a Dio, quello che è di Dio, l'importante è che non sia mio"», si vanta il Dr. Spendispandieffendi, il più grande esperto di finanza del nostro paese, «il fatto è che in Italia si cercano disperatamente soldi per ripianare la crisi, ma tutti sanno che gli abiti talari non hanno tasche, per cui non si sa bene dove mettere le mani per attaccare il patrimonio ecclesiastico».

7 commenti:

  1. Jesus, sei andato perfino a scovare la manomorta! Sei uno blasfemo infido, ancorché diabolicamente satirico!
    Buon w.e.

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  2. Grazie per tanti complimenti, River, da tempo non mi dicevano nella stessa frase blasfemo, infido, diabolico e satirico!

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  3. La speranza è sempre l'ultima a morire. Ma poi muore.. e va all'inferno.

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  4. Tanto ci vado anch'io, sarà in buona compagnia...

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  5. se se ne vuole andare direi che una collettina la possiamo iniziare anche ora... sostengo la causa!

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  6. ..dì la verità intrusone mio .-) e nostro :-) , ieri quel temporalone su madrid l'hai mandato tu , nevvero?
    :-)))))
    che dio che sei! ( mammamia hai superato Serra, Cuore, e pure Nothomb, ti rendi conto?)

    bacione
    ro

    ps risalutone a Maz, ma anche a tutte/i

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  7. @Anch3Basta: penso che proprio di soldi non hanno bisogno...
    @Rò: se avessi di questi poteri, penso che avrei voluto la pioggia a Barcellona (e non a Madrid, una città che ho nel cuore), visto che fa un caldo atroce...

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