lunedì 28 marzo 2011

Le dieci cose per cui fa pena vivere

Il successo di un'iniziativa si vede anche dal livello della gente che partecipa. Nella redazione di Villa Certosa di Repubblica è arrivata una nuova lista con il tipico formato pizzino sulla scia di quella pubblicata da Saviano.
Durante la redazione della lista
La firma è autorevole: Silvio Berlusconi. Il titolo della lista è commovente: 10 cose per cui fa pena vivere.
Abbiamo deciso di pubblicarla noi di notiziedel futuro:
1) i poveri (anche se sono sicuro che non esistono) o mangiarne i loro bambini come i comunisti;
2) Tutte le sigle del Bagaglino in cui non si fanno allusioni sessuali;
3) Visitare la tomba di sconosciuti come il Milite Ignoto, lasciando sola ed abbandonata quella di Craxi, che andrebbe visitato per gratitudine;
4) Tutti i gol contro il Milan, frutto di arbitraggi faziosi dal punto di vista politico;
5) Il fatto che mi abbiano confessato che "L'elogio della pazzia" di Erasmo da Rotterdam non sia un manuale di auto-aiuto;
6) La musica del denaro fatto in modo onesto;
7) Tuffarsi fra i propri contatti ed i prestanome più inconfessabili, sperando di non essere costretto a farli sparire nel fondo di qualche specchio d'acqua;
8) Sognare di tornare in Italia fra qualche anno grazie all'estradizione;
9) Fare sesso con amore, sapendo che l'amore è quella cosa per la quale servono soldi (non importano le nazionalità, né il posto dove si fa: ad una festa con bunga-bunga una volta, ho conosciuto, ma senza farci assolutamente niente, una napoletana-libica);
10) Dopo una giornata di duro lavoro (non si diventa ricchi, belli e grandi statisti senza lavorarci un po') sapere che ci sarà sempre qualcuno a difendermi: Ghedini.
C'era anche una to-do list
Dietro la lista c'era anche una sorta di to-do list, ma, non essendo firmata, è tutta da verificare la sua paternità.
1) Non chiamare più le gnocche, perché causano problemi;
2) Fare un film su di me, che non sia di parte e che dica la verità. Attore protagonista: Riccardo Scamarcio;
3) Comprare nuovi parlamentari;
4) Chiamare Fede, che chiami Lele, che chiami qualcuna;
5) Convincere tutti, ma proprio tutti, del complotto contro...

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