domenica 19 giugno 2011

Piccole memorie di una sciacquetta - Capitolo II


La Madre Superiora Maria Vagina Addolorata ci diceva sempre che il suo scopo era fare di ognuna di noi una piccola geisha.
In molti pensano ad una geisha come ad una prostituta, quando in realtà i due kanji che formano la parola vogliono dire "persona" ed "arte". Il fine ultimo di DoppiaM, quindi, è creare una persona a regola d'arte.
Le lezioni erano veramente difficili: ad esempio, a storia dell'arte guardavamo senza sosta dei video vintage di Non è la Rai e di Veline per cercare di trarre ispirazione dalle più grandi pioniere del mondo dello show business. Anche tutte le altre materie di una scuola comune, in realtà, venivano impartite, però cercando di dare loro un'impostazione pratica.
La matematica veniva affrontata soprattutto nel suo aspetto contabile: calcolare velocemente la quantità di soldi da incassare grazie ad un bonifico era una caratteristica fondamentale per sopravvivere nel lusso più sfrenato.
L'italiano, così come le altre lingue straniere, non racchiudeva nessun aspetto letterario degno di essere studiato, visto che per noi era sufficiente studiare il Vocabolario di Maria Maddalena. Il nostro testo sacro era un frasario, che conteneva circa 400 parole, utili in varie circostanze: regalo (o regalino), gìrati, ok, aiutino, duro erano le più importanti, visto che con le stesse si poteva costruire una conversazione di base come «Gìrati» a cui bisognava rispondere «Ok, ci vuole un aiutino per fartelo venire duro, però dopo mi fai il regalo».
Ovviamente la storia d'Italia veniva insegnata dal 1994 in poi.
C'era, però, una materia che veniva insegnata in modo durissimo: il diritto, considerato un'arma di autodifesa. Il Codice Penale e quello di Procedura Penale erano due cose importanti da sapere, visto che in qualsiasi momento e senza aver fatto assolutamente niente di male si poteva essere coinvolte in torbide vicende giudiziarie.
D'altronde, una facile Laurea in Giurisprudenza era diventata storicamente un lasciapassare per ambire ad alte cariche istituzionali e trasformarsi così in ministra. Non tutte saremmo diventate ministri della Repubblica, ma bisognava comunque essere pronte all'occorrenza.




COMUNICAZIONE DI SERVIZIO

Questo è un racconto in cinque puntate, scritto nella notte del 17 giugno 2011.
Un avviso è d'obbligo: ogni riferimento a fatti o persone realmente esistenti o esistiti è puramente casuale.
Sarà facile trovare le varie puntate, semplicemente cercando e cliccando sulla tag piccole memorie sciacquetta.
Non sarà possibile commentare, visto che durante questi giorni sarò assente (l'ultima puntata, quella del 22 giugno, si potrà commentare).
Se ti piace quello che leggi, ti suggerisco di copiare ed incollare il link di questo pezzo (o di uno che ti è piaciuto) in un'email da mandare a persone con una sensibilità affine alla tua (alla nostra, diciamo) o semplicemente farlo girare sulle reti sociali. Ovviamente, se avvisate qualche editore, ancora meglio.
In poche parole, vorrei essere presentato a persone che forse potrebbero apprezzare le cose che scrivo.
Faccio affidamento, in particolare, sulle persone (followers e non) che mi seguono tutti i giorni in questa ennesima avventura pseudo-letteraria (chi vuole può leggere il precedente racconto in sette puntate "La solitudine dei responsabili primi", facilmente rintracciabile all'interno del blog con la tag solitudine responsabili primi).
Grazie,