giovedì 17 marzo 2011

Dis-Fatta L’Italia...

... ora tocca disfare gli Italiani, si potrebbe dire facendo il verso ad una famosa frase attribuita dai più a Massimo D’Azeglio. 
Italia, rifatti sotto...
C'era bisogno di un grande scoop per celebrare in modo nichilista una festa così polemica e noi ce l'abbiamo.
Raccogliamo con grande orgoglio in un’intervista fiume il pensiero del Milite Ignoto, che taceva fin dai tempi della Grande Guerra.

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«Che ne pensa del Compleanno d’Italia?», domandiamo circospetti. La risposta potrà risultare scioccante per molti lettori: «Non mi piacciono le corone di fiori, eppure tutti gli anni me ne portano sia il 4 novembre che il 2 giugno, ma mi sembra veramente troppo che debba riceverne anche il 17 marzo. I fiorai devono vivere anche loro, è vero, ma non capisco questo accanimento terapeutico-floreale».

«Sono piuttosto stufo anche del mio epitaffio» continua infervorata la vittima di una delle tante stupide guerre del mondo, «lo posso recitare a memoria: "Degno figlio di una stirpe prode e di una millenaria civiltà, resistette inflessibile nelle trincee più contese, prodigò il suo coraggio nelle più cruente battaglie e cadde combattendo senz’altro premio sperare che la vittoria e la grandezza della patria". Sento spesso le guardie leggerlo per poi affermare che quello che lo ha scritto probabilemente si è mangiato un vocabolario».

Aggiunge puntiglioso: «Le polemiche sui festeggiamenti odierni sono state tante, ma la più importante, secondo me, è quella sulla scansione temporale: gli eventi più importanti si tengono a Roma, che forma parte dell’Italia da soli 140 anni, mentre io sono nel mio sacello solo da 90 anni. Se non si conosce la Storia, perché ci si sente orgogliosi delle sue imprecisioni».

Prima di ricadere nel sonno conclude: «Festeggiare la fondazione di un regno significa celebrare il proprio passato. Un grande paese dovrebbe brillare per il proprio futuro e non per il proprio passato. E poi, in realtà, io passavo di lì per caso, la guerra non mi è mai piaciuta, neanche se serve a fondare una patria».

Le parole di un eroe superano sempre qualsiasi tipo di editoriale, il significato di un simbolo serve a creare pathos laddove normalmente ci sarebbe bisogno di logos.

3 commenti:

  1. Si fa quel che si può... non vorrei elemosinare visite (visto che in realtà non mi interessano, mi interessano le letture e le conseguenti interazioni), ma leggendo gli altri pezzi potresti anche pensare di diventare una "follower"... per non dire poi dell'effetto passaparola...

    Spero di non essere stato troppo patetico...

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  2. Io penso possa già partire la secessione del Nord-Nord dal Nord-Sud

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